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Fini riaccende la polemica: giusto equiparare la privata alla pubblica

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Il presidente della Camera accoglie con entusiasmo il rapporto-proposta della Cei “La sfida educativa”: i genitori dovrebbero poter scegliere la scuola meglio rispondente alle loro esigenze e aspettative. Il Pdl lo sostiene ed auspica che il “buono scuola” possa essere approvato con il ddl Aprea. L’opposizione per il momento non replica.

Stavolta a rivendicare l’equiparazione tra scuola pubblica e privata non è un cittadino o un’associazione di parte, ma la terza carica dello Stato: intervenendo a Montecitorio alla presentazione del rapporto-proposta della Cei “La sfida educativa”, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si appella alle istituzioni “perché sostengano l’azione educativa delle famiglie fornendo ad esse il maggior numero di opportunità possibili. Tra queste opportunità – ha precisato Fini – quella che acquista un sempre maggior rilievo, nell’odierna società aperta e pluralista, è la ‘libertà educativa’, che consiste nel favorire la possibilità dei genitori di scegliere, tra scuola pubblica e scuola cosiddetta privata, quella meglio rispondente alle esigenze, ai valori e alle aspettative della famiglia“.
Il presidente della Camera ha voluto così accogliere la proposta giunta poco prima dal cardinale Camillo Ruini secondo cui sarebbe questa l’unica strada per superare “le contingenze e gli interessi del momento“, perché quella dell’educazione “è un’urgenza e un’emergenza“. Cercare una “convergenza“, aveva detto il prelato, “è una sfida indispensabile. La nostra proposta è muoversi in questa direzione con coraggio e – ha sottolineato Ruini – un po’ di anticipatrice follia“.
Nel commentare le parole di Ruini, il presidente Fini ha fatto una lunga analisi di stampo più sociologico che politico: “la nostra società – ha detto – appare sempre meno capace e, ciò che è più grave, sempre meno desiderosa di trasmettere valori, esperienze e culture tali da essere riconosciute e condivise dalle nuove generazioni. Il mondo degli adulti può presentarsi oggi, agli occhi dei giovani, con un deficit di insegnamenti morali e di coerenza. Gli stessi fenomeni del bullismo e della diffusione della droga – ha continuato – sono sintomi particolarmente evidenti di una sorta di anemia morale diffusa e di una preoccupante perdita di riferimenti culturali tra le giovani generazioni“.
Le parole di Fini sono state raccolte con entusiasmo da quella parte della politica che da anni auspica una totale equiparazione tra scuola pubblica e privata. “Dal 1994 ad oggi il centro-destra berlusconiano – ha dichiarato Benedetto Della Vedova, del Pdl – ha ripetutamente proposto una riforma del sistema educativo improntato ai principi dell’autonomia, della sussidiarietà e della libertà di scelta educativa delle famiglie. Questi principi, che il centro-destra non ha mai mancato di difendere dal punto di vista culturale, devono però ancora trovare attuazione dal punto di vista politico“.
Il deputato del Pd ha colto nella risposta di Fini la possibilità che i tanti ddl presentati negli ultimi 15 anni, senza che si siano però mai tradotti in leggi dello Stato, possano confluire nella riforma del sistema giuridico dei docenti da diversi mesi all’esame delle commissioni parlamentari. Per la destra italiana i tempi del “buono scuola”, da assegnare alle famiglie che dovrebbero decidere autonomamente in quale tipologia di istituto (anche paritario) spendere, sarebbero maturi: “Nel 2008 – ricorda Della Vedova – ho promosso l`istituzione di un ‘Intergruppo parlamentare per l’approvazione del buono scuola in questa legislatura’, che ha raccolto oltre cinquanta adesioni. Il ‘buono scuola’ costituisce dal mio punto di vista un corollario indispensabile della riforma del sistema dell`istruzione, cui il Parlamento sta ponendo mano a partire dal ddl Aprea“.
Dello stesso avviso è Alessandra Mussolini (Pdl), presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, secondo cui le parole di Fini rappresentano “la necessità da parte delle istituzioni di sostenere e valorizzare la libertà educativa attraverso il principio di sussidiarietà nella scuola: è un principio basilare e ricco di significato” anche perché “l’evidenza di un disagio educativo, che ha ormai pervaso i giovani, va affrontata a tutto tondo“. Ora si attende la risposta del fronte di coloro che si oppongono al finanziamento della scuola privata attraverso contributi dello Stato. Ma il centro-sinistra sinora ha deciso di evadere l’argomento.
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