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Il Ministro chiarisce i requisiti per partecipare al concorso a cattedra. Scontro tra PD e Profumo

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Il Partito Democratico, per voce della responsabile Francesca Puglisi ha accolto la notizia del concorso con qualche riserva: “prima – dice la Puglisi – stabilizzare i precari e concorso solo per le classi esaurite”. Ieri alla “Festa democratica”, svoltasi a Reggio Emilia, Profumo chiarisce chi potrà partecipare al concorso  ed elenca le caratteristiche del docente modello.

Su richiesta delle Organizzazioni sindacali il 4 settembre si svolgerà al Ministero un incontro relativo alle problematiche del TFA e del concorso.

Come accennavamo, dal PD, la notizia del concorso è stata accolta con qualche riserva: “altro che novità epocale, – ha affermato Francesca Puglisi in un comunicato – il ‘concorsone’ rispolvera il vecchio sistema del ’99”. E chiede un piano pluriennale per stabilizzare i precari delle graduatorie e nuovo reclutamento solo per le classi di concorso esaurite. “I precari delle graduatorie ad esaurimento – continua – che hanno vinto il concorso nel ’99, che hanno superato esami e concorsi nelle SISS, che insegnano da oltre dieci anni in condizioni di precarietà, non sono “immeritevoli” e comunque non si capisce perché la scuola deve essere l’unico luogo dove l’esperienza, insieme alla competenza, viene considerata un disvalore.”

Ma da quest’orecchio il Ministro non ci sente e durante la “Festa democratica”, davanti alle rimostranze di un gruppo di precari che esprimevano il proprio dissenso, ha ribadito che “i concorsi sono previsti dalla legge” e che “chi sta in graduatoria può sempre decidere di partecipare, di mettersi in gioco”.

Ha poi elencato le caratteristiche del docente modello: “persone logiche, con capacità di interpretare un testo, con competenza informatica e, soprattutto, in grado di saper alternare la loro qualità di docenti con quella di discenti.”

Il Ministro ha poi elencato le caratteristiche di coloro che possono partecipare al concorso, ampiamente riprese dal quotidiano “L’Unità: “sono ammessi coloro che hanno l’abilitazione all’insegnamento conseguita entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda. Ma anche, per la primaria, chi ha titoli di studio conseguiti al termine dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002. Mentre per i posti della scuola dell’infanzia, possono partecipare coloro che sono in possesso del titolo di studio conseguito al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali della scuola magistrale, ovvero dei corsi quadriennale o quinquennale sperimentale dell’istituto magistrale, iniziati entro l’anno scolastico 1997-1998, o comunque conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002. Per medie e superiori possono partecipare quanti «alla data di entrata in vigore del D.I. 24 novembre 1998, n.460» erano già in possesso di un titolo di laurea, ovvero di un titolo di diploma conseguito presso le accademie di belle arti e gli istituti superiori per le industrie artistiche, i conservatori e gli istituti musicali pareggiati, gli ISEF, che alla stessa data di entrata in vigore del suddetto decreto consentivano l’ammissione ai concorsi ordinari. O coloro che abbiano conseguito quei titoli entro l’anno accademico 2001-2002, se si tratta di corso di studi quadriennale o inferiore; entro l’anno accademico 2002-2003, se si tratta di corso di studi quinquennale; entro l’anno accademico 2003-2004, se si tratta di corso di studi esennale.”

Si tratta dei requisiti previsti dal Decreto Interministeriale 460/98 , il quale prevede inoltre all’art. 4 “Possono partecipare anche i docenti non in possesso dell’abilitazione, qualora non ci fosse un numero sufficiente di abilitati (3 volte i posti disponibili)”

E’ proprio questo il nodo più spinoso che in questi giorni tiene in ansia migliaia di docenti. Il sistema di calcolo infatti non è noto, non è chiaro infatti se tale parametro va assunto a livello regionale o provinciale (qualche voce parla di contingente provinciale nella distribuzione dei posti messi a concorso), e se il parametro è da applicare in relazione al numero delle domande pervenute per classe di concorso (e quindi ipotizzare una riapertura del bando ai non abilitati in considerazione di un numero di abilitati non sufficiente), oppure varrà il numero dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento (al quale come sappiamo bisognerà aggiungere il gruppo di coloro che per varie vicissitudini nel corso degli anni ne sono rimasti esclusi). In quest’ultimo caso bisognerà considerare la particolare struttura delle graduatorie ad esaurimento che consente ad un docente di essere inserito in più graduatorie. Qualora si assumesse tale parametro in realtà uno stesso docente sarebbe contato più volte ma poi in realtà andrebbe ad occupare un solo posto.

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