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Chiamata dei docenti, sicuri che il sistema reggerà? Che fine farà chi non ha rinnovato l’incarico?

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Nessun passo indietro da parte del Governo sulla questione della chiamata dei docenti da parte dei dirigenti dagli ambiti (ex albi) territoriali.

Ieri, sindacati e mondo della scuola ne hanno avuto conferma a seguito dell’incontro con il Ministro Giannini che se ha aperto relativamente alla valutazione dei docenti, non ha mostrato interesse a rivedere la norma che permetterà ai presidi di chiamare i docenti per lavorare nella scuole da loro dirette. Sui poteri dei dirigenti si sta concentrando lo pegaso1scontro più intenso.

Sicuri che il sistema elaborato sia applicabile? Uno degli aspetti che preoccupa alcuni dirigenti è la mole di responsabilità, nonché di lavoro del quale saranno caricati.

A partire dalla selezione dei docenti che potrebbe significare l’analisi di centinaia di curriculum vitae, se le cose verranno fatte seriamente, per assegnare i posti vacanti nelle scuole. Potrà il dirigente affrontare tale mole di lavoro avendo anche altre e gravose responsabilità?

Altra questione delicata riguarda il rinnovo dell’incarico ai docenti ogni tre anni. Una prassi che potrebbe aprire non pochi problemi. Il dirigente dovrà essere dotato di una solida argomentazione per non rinnovare il contratto, pena l’avvio di contenziosi.

Anche perché essere reinseriti negli albi territoriali significa rimettersi pesantemente in gioco e ritrovarsi a coprire posti per fare supplenze. Fine che rischiano anche i docenti soprannumerari e coloro che chiederanno domanda di trasferimento.

Il dirigente potrebbe trascorrere molto del suo tempo tra consultazione curriculum e ricorsi. Sicuri che il sistema reggerà?

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