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I presidi: neoimmessi in ruolo fase C “tutor” degli insegnanti in classe

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Affiancare l’insegnante curricolare con il neoimmesso in ruolo da fase C, al quale in alcune scuole non si riesce a trovare collocazione. A far cosa, non è specificato. Ma certo non possono esserci tutte queste sedie in sala insegnanti.

formazione-docenti-online-unipegaso-news3Potenziare l’offerta formativa: questo il grande progetto della riforma Renzi, che molto probabilmente troverà una giusta dimensione nella programmazione del PTOF che le scuole presenteranno entro il 2015/16, ma che per il 2015/16 stenta a decollare.

Anche per colpa delle scuole che hanno mal intepretato i suggerimenti del Ministero e avevano coltivato il sogno di “più docenti di matematica”, non riflettendo sul fatto che al momento le graduatorie di matematica da cui sono state disposte le quasi 50.000 immissioni in ruolo della fase C sono vuote, e che al massimo sarebbe potuto arrivare (e così è stato per qualche scuola) un collega abilitato per le scuole superiori.

E adesso cosa si fa? Sfumato il sogno di potenziare la matematica, alcuni presidi si trovano in ambasce, con 6/7 docenti in sala insegnanti, ai quali bisogna pur dare una collocazione.BIENNALI

E mentre infuriano le polemiche sulle tipologie di supplenze (la legge permette di utilizzare i potenziatori solo per sostituzioni fino a 10 giorni), ci sono presidi come Angelo Capizzi, preside dell’istituto alberghiero Bergese e del tecnico Galilei, che al Secolo XIX spiega che, avendo ricevuto insegnanti di arti pittoriche e musica al posto di insegnanti di alimentazione, matematica e italiano, li utilizzerà “a supporto degli altri insegnanti” Non proprio come insegnanti di sostegno, perché lì ci vuole una formazione specifica, ma come «tutor ».

Un docente neoimmesso in ruolo, al quale dovrà essere affidato un tutor che segue la sua formazione nell’anno di prova, che fa da tutor a insegnanti di altre discipline, per le quali non è preparato.

Forse bisognerebbe leggere più attentamente la legge 107/2015 per capire che l’organico di potenziamento non è solo per i corsi di recupero delle singole discipline, ma che nei campi di potenziamento offerti alle scuole ci sono tante alternative, che è possibile mettere in opera.

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