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Mobilità e chiamata diretta, Uil: “E’ il momento buono di cambiarla”

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universitc3a02www.oggiscuola.it  Le conseguenze dell’ultimo piano di mobilità straordinario, quello indetto dalla legge 107 per l’anno scolastico 2016/17 sono sotto gli occhi di tutti. Ora ci si interroga su quello che sarà il futuro ed è comprensibile la preoccupazione che viene espressa dai docenti per quanto riguarda il prossimo piano di mobilità, soprattutto alla luce di quanto contenuto nel comma 73 della legge 107 dove viene detto espressamente che, a partire dall’anno scolastico 2016/2017, la mobilità opererà tra ambiti territoriali. La deroga prevista quest’anno, dal contratto siglato dal Miur e dai sindacati ha concesso, per esempio, la titolarità di scuola, probabilmente per l’ultima volta, a quei docenti che si sono spostati in ambito provinciale.

Dunque, a partire dal prossimo anno, tutti gli insegnanti che intenderanno presentare domanda di mobilità dovranno essere ben consapevoli che il loro trasferimento avverrà su ambito territoriale, con conseguente assoggettamento alla chiamata diretta dei dirigenti scolastici: pertanto, addio mobilità su scuola con il sistema telematico del Ministero dell’Istruzione che provvederà ad la-buona-scuola2-300x288assegnare i docenti ai vari ambiti, secondo le preferenze espresse all’interno della domanda.  Ne deriva che gli unici docenti che potranno conservare ancora la titolarità su scuola saranno solamente coloro che hanno mantenuto tale titolarità nel corrente anno scolastico e che non produrranno domanda di mobilità nel prossimo anno scolastico 2017/2018.

I sindacati hanno promesso battaglia sul capitolo mobilità e chiamata diretta. “La legge 107 non funziona nei suoi principi guida, è un progetto naufragato: va modificata perché sta creando forte preoccupazione, confusione e tensioni nelle scuole”. A dirlo è stato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, dal palco della IX Conferenza di organizzazione della Uil, che nell’occasione ha chiesto al governo di prendere “atto della situazione”.

“Gli insegnanti sono preoccupati o furibondi. Abbiamo proposto buone idee e soluzioni possibili. Sulle situazioni più critiche c’è già un primo confronto con il Miur. Ora è il momento di essere veramente molto seri”, ha detto Turi lanciando quindi un appello anche all’amministrazione scolastica. Il riferimento, anche se non citato, è alla chiamata diretta, ma anche alle nuove modalità di trasferimento su ambito. E pure al bonus annuale del “merito” professionale.

“Le riunioni avviate – ha continuato il sindacalista -, se veramente orientate alla risoluzione delle questioni in atto, potranno fornire i fondamentali per attuare, pezzo per pezzo, le soluzioni necessarie. E su questo non ci siamo risparmiati abbiamo proposto idee buone e fattibili”. “La scuola è parte importante del pubblico impiego: agli insegnanti e al sistema scolastico è affidata la tenuta – ha aggiunto Turi, riportando l’attenzione sul negoziato per il rinnovo del contratto – anche in questo momento di estrema, assoluta difficoltà del Paese. Accanto al sistema produttivo, alla preoccupazione sociale è alla scuola che si guarda per tornare alla normalità”.

L’atteggiamento errato del Governo, secondo il leader della Uil Scuola, non è tale solo nei confronti dell’istruzione pubblica, “frequentato dal 93% degli studenti del nostro Paese”. “Scuola, sanità, pubblica amministrazione, lavoro, ambiente, pensioni, fisco: sono terreni che, se lasciati all’attuale tendenza politica che marginalizza il ruolo delle persone per asservirle alle logiche del mercato  – ha aggiunto nella sua relazione Turi –  vedranno imporre ai lavoratori i sacrifici che da soli stanno già sopportando”.

“Occorrono strumenti ed idee nuovi non solo di contrasto, per sostenere le battaglie a tutela delle persone e dei lavoratori in un mondo che è in continua evoluzione e che non consente di avere ritardi, sia nell’analisi che nell’azione. Noi siamo pronti a metterli in atto”, ha concluso il sindacalista Confederale.

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