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Poletti e i cervelli in fuga: un rapporto controverso Clamorosa uscita del ministro del lavoro Poletti che prima insulta i giovani e poi si scusa

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perfezionamentiIl ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante un colloquio con alcuni giornalisti a Fano, se ne è uscito con una frase che nei prossimi giorni darà sicuramente luogo a infinite polemiche e repliche altrettanto pepate. La frase ha già fatto rapidissimamente il giro del web suscitando le risposte sdegnate da parte di alcuni parlamentari come Civati definendola incommentabile: “Visto che i giovani hanno votato in massa ‘no’ al referendum costituzionale, la linea di Poletti è quella di fargliela pagare con dichiarazioni insulse e rancorose, di bassissimo profilo trattandosi di un ministro della Repubblica”. Di Maio ha replicato con un “Giovani umiliati da voucher e insultati da Poletti. Vada via lui, non i giovani”.eipass-lim8_300x300

L’insulto ai giovani

La frase sotto accusa, in riferimento ai cervelli in fuga dall’Italia, è “Conosco gente che è bene sia andata via, questo Paese non soffrirà a non averli tra i piedi”. Questo 19 dicembre 2016 rimarrà per sempre nella memoria degli italiani per l’infelice uscita del ministro del Lavoro e poco importa se ha aggiunto che chi è rimasto non è certamente un “pistola.”.Affermazioni vergognose che rivelano la vera natura di questa classe dirigente che disprezza il popolo e si mostra insofferente a tutto ciò che odora di cultura. Del resto, qualche giorno fa abbiamo anche dovuto sorbirci le dichiarazioni del neo ministro del Miur che la laurea non serve per ricoprire le più alte cariche dello Stato.

Inaccettabile

La dimostrazione lampante che questa classe dirigente non abbia capito e nemmeno saputo interpretare la rabbia e il malcontento popolare per le politiche repressive sul lavoro e sulle pensioni si palesa con queste affermazioni insensate. Evidentemente da Bruxelles sono arrivate le tirate d’orecchie e qualcuno la dentro comincia a spazientirsi. Ma così facendo fa solamente il gioco delle opposizioni che reclamano a gran voce le elezioni anticipate. Una classe politica che dice di dimettersi se perde il referendum e poi si ricicla mantenendo esattamente le stesse poltrone se ne deve andare. Questo è il convincimento di tutto l’emiciclo, Pd escluso naturalmente.

Fonte: scuolainforma.it

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