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Mobilità 2017, ecco tutte le novità e come funzioneranno le due fasi

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banner-certificazione-inform-newSono iniziate, dopo l’accordo del 29 dicembre scorso, le procedure per la mobilità 2017. Il Miur ha definito diverse  deroghe a quanto previsto dalla legge n. 107/2015, al fine di dare la possibilità, ai docenti assunti nelle scuole del Centro-Nord in seguito al piano straordinario di immissioni in ruolo, di rientrare nella Regione/Provincia di residenza e al fine di attenuare gli effetti del trasferimento su ambito e della conseguente chiamata diretta. Altre novità introdotte dall’accordo sono quelle delle fasi della mobilità e delle aliquote di posti vacanti e disponibili destinate ai trasferimenti, ai passaggi di ruolo/cattedra e alle immissioni in ruolo.

La mobilità per l’anno scolastico 2017/18 si svolgerà in due sole fasi: “la mobilità intra-provinciale è seguita da quella interprovinciale e avviene in un un’unica fase per ciascun grado scolastico” :

La fase intraprovinciale accorpa quelle che fino a due anni fa erano I e II fase, in una unica procedura. In ogni caso, sia per lo spostamento all’interno del comune che della provincia il numero di scuole da scegliere rimane 5.  Se si è titolari di ambito e si viene trasferiti su scuola appartenente allo stesso ambito /comune, la titolarità diventerà su scuola.

Nell’ambito della prima fase ci saranno, dunque, movimenti tra scuole/ambiti all’interno della provincia, nella seconda, invece, i movimenti saranno tra scuole/ambiti di province diverse.

I trasferimenti tra province diverse avverranno in un’unica fase (diversamente dallo scorso anno scolastico) per ciascun ordine e grado di istruzione (infanzia, primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado) e sarà possibile, per il docente richiedente trasferimento interprovinciale, indicare più di una provincia:

“Il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze, di cui fino a 5 scuole, sia di ambiti diversi che del proprio ambito, sia per la mobilità intra-provinciale sia per quella interprovinciale, in tal caso sarà possibile esprimere anche codici sintetici delle province”.

Il punto dell’accordo succitato parla al plurale “codici sintetici delle province”, per cui non sembrano esserci dubbi sulla possibilità di presentare domanda per più province. Ciò  accrescerà le possibilità dei docenti di rientrare, se non nella provincia di residenza, in un’altra vicina (quantomeno della stessa regione).

Un’altra novità, come detto all’inizio, riguarda la percentuali dei posti destinati alle operazioni di mobilità e alle assunzioni:

“la percentuale del 30% dei posti vacanti e disponibili al termine delle operazioni di mobilità intra-provinciale, è riservata alla mobilità territoriale, il 10% percento alla mobilità professionale”.

Il 30% dei posti vacanti e disponibili, dunque, sarà destinato ai trasferimenti, mentre il 10% ai passaggi di ruolo/cattedra.

L’aliquota, come chiaramente esplicitato, riguarda la fase interprovinciale, in quanto i movimenti all’interno della provincia non modificano il numero di posti vacanti e disponibili, ma solo la loro distribuzione.

Per i trasferimenti inter-provinciali, in conclusione, sarà disponibile, al termine dei movimenti all’interno della provincia , il 30% dei posti vacanti, mentre il 10% sarà riservato alla mobilità professione (passaggi di ruolo/cattedra).

Se il 40% dei posti vacanti e disponibili è destinato alla mobilità interprovinciale, il rimanente 60%  resta a disposizione delle immissioni in ruolo (da suddividere al 50% tra GM del concorso 2016 e GaE, con eventuale recupero dei posti in più assegnati lo scorso anno alle GaE perché le GM non erano ancora pronte)

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