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Massimo D’Alema (Pd): “L’idillio tra Berlusconi e l’Italia si sta incrinando”

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Il presidente di Italianieuropei: ”Dobbiamo partire per rifondare un nuovo centrosinistra”. E aggiunge: ”Capisco l’appello di Veltroni all’unità, ma è innanzitutto da lui che deve venire l’iniziativa per favorirla e renderla e renderla efficace”

 

Roma, 31 ott. (Adnkronos) – “L’idillio tra Berlusconi e l’Italia si sta incrinando”, “da qui dobbiamo partire per rifondare un nuovo centrosinistra che rappresenti agli occhi dei cittadini un’alternativa vera e credibile per il futuro del Paese”. Lo dice Massimo D’Alema (nella foto) in un’intervista a ‘La Repubblica’. “Adesso bisogna lavorare per costruire intorno al Pd una vasta coalizione democratica, che ci permetta di alzare il nostro profilo riformista, di dialogare con tutte le opposizioni, di parlare ai ceti moderati che hanno votato per Berlusconi e che ora capiscono la sua palese inadeguatezza”, dice D’Alema.

Il presidente di Italianieuropei invoca un “grandissima attenzione” alle vicende della scuola: “Da questa crisi non si esce con le scelte primitive della destra”. E sul referendum lanciato dal Pd spiega: “E’ uno strumento monco e improprio, perché i tagli alla scuola approvati in Finanziaria non sono materia di referendum”; “quindi dico: raccogliamo pure le firme, ma impegniamoci davvero, qui ed ora, per costringere il governo a un cambiamento di rotta”. D’Alema cita anche i casi Alitalia (“le scelte del governo costeranno 2 miliardi ai contribuenti”) e Ici (“è costato 3,5 miliardi”). Per dire che “il governo ha fatto una scelta ben precisa. Ed è una scelta di destra che il Paese mostra di non gradire”.

Poi l’esponente democratico ricorda il caso della legge elettorale europea: “C’è un profondo malessere che sta crescendo dentro la stessa maggioranza”. Quindi, l’impegno del Pd per “ridefinire il progetto politico dell’opposizione”. D’Alema spiega: “Capisco l’appello di Veltroni all’unità, ma è innanzitutto da lui che deve venire l’iniziativa per favorirla e renderla e renderla efficace”.

SCUOLA: RUTELLI, SUL REFERENDUM PENSIAMOCI MOLTO BENE

Roma – ”Sul referendum pensiamoci molto bene”. Il monito e’ di Francesco Rutelli che, in una intervista a ‘Il Riformista’, invita ad approfondire il problema: ”voglio capire meglio come si possa proporre un quesito convincente sulla problematica della scuola”. E ragiona: ”Per ora mi e’ chiaro solo che vengono appaiate due raccolte di firme e che si va, eventualmente, verso una giornata referendaria nel 2010 – ripeto 2010 – in cui chiamano trenta milioni di italiani a pronunciarsi. Su cosa? Legge Alfano e maestro unico? Competenza delle Regioni sulla scuola? Grembiule? C’e’ il rischio che sembri una tornata referndaria del 2003-2004, gli anni della santa alleanza dell’antiberlusconismo”.

UNIVERSITÀ, ”BARONI BARANO SULLO SCIOPERO. NON LAVORANO MA VENGONO PAGATI

Roma – “Chissa’ se gli studenti lo sanno: i professori universitari che si riempiono la bocca con la parola ‘sciopero’ hanno inventato e praticano un geniale sciopero all’italiana, niente lavoro ma anche niente trattenuta in busta paga. Piazze piene ma anche tasche piene. Rivoluzione e retribuzione. In poche parole: i baroni della rivolta contro i tagli scioperano nei ‘fatti’, visto che non lavorano; ma ‘formalmente’ non sono in sciopero e quindi non ci rimettono un centesimo”. Lo scrive in un articolo su ‘Il Giornale’ Michele Brambilla, vicedirettore del quotidiano.

“Fino a qualche anno fa, alcuni giorni dopo lo sciopero, i professori ricevevano una lettera dall’amministrazione – prosegue Brambilla – in cui si chiedeva conto della loro presenza o assenza. Bastava non rispondere e lo stipendio veniva decurtato. Tanto, nelle universita’, non c’era e non c’e’ alcun controllo delle presenze. Ne’ cartellini ne’ registri da firmare. Ora e’ stato eliminato anche il fastidioso recapito dell’antipatica lettera e quindi si procede cosi’. Si procede con il Consiglio di facolta’ che delibera la ‘sospensione dell’attivita’ didattica’. Viene stabilito che nei tali giorni la facolta’ e’ chiusa – aggiunge – E quindi i professori sono lasciati in liberta’. Sono a casa. Pagati”.

Secondo il vicedirettore si tratta di “una gigantesca truffa gia’ in questi giorni, visto che la protesta degli studenti e’ contro il decreto Gelmini che riguarda le elementari, e quindi non si capisce che senso abbiano le occupazioni delle universita’. Il sindacato spiega questa assurdita’ dicendo che le universita’ comunque sciopereranno il 14 novembre e all’appuntamento bisogna arrivarci preparati, insomma bisogna allenarsi prima con un po’ di cortei, di assemblee, di slogan”.

SCUOLA: REMBADO (ANP), DA SEMPRE RIFIUTA OGNI FORMA DI INNOVAZIONE

Roma – “Il rischio che vedo è che si perpetui una consuetudine negativa nel Paese con il blocco di qualsiasi forma di innovazione. Questa purtroppo è una costante del nostro sistema. Nel momento in cui si tentano dei cambiamenti si scatena la reazione, non si arriva neppure a fare una verifica, un monitoraggio. Lo abbiamo vissuto tante volte”. Lo dichiara in un’intervista al ‘Messaggero’ Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi.

“Berlinguer tentò di introdurre una forma di valutazione del personale docente – prosegue il leader dei presidi – tentò di affermare principi di meritocrazia, ma anche allora ci fu un fuoco incrociato di accuse e violente contestazioni di piazza. Si saldarono gli interessi della sinistra e di una certa destra. Di valutazione non si parlò più e Berlinguer perse la poltrona”.

Quanto alla riforma Gelmini, Rembado aggiunge: “Potrebbe portare dei miglioramenti. Potrebbe restituire autorevolezza e rigore. Inoltre, con le misure previste anche da altri provvedimenti, per esempio il decreto Tremonti, è possibile avviare il risanamento, combattendo gli sprechi e riqualificando la spesa. Ribadisco il mio consenso alla riforma, bisogna avere il coraggio di attuarla e portare un nuovo clima nella scuola”.

PESCARA: RICCA EREDITIERA TEDESCA RICATTATA DA GIGOLO’, INDAGINI

Roma – E’ stata ricattata per mesi e costretta a pagare sette milioni e mezzo di euro per mettere a tacere il gigolo’ svizzero che aveva registrato i loro incontri erotici e minacciava di spedire il dvd alla stampa tedesca. Ma alla seconda, enorme richiesta di denaro, 40 milioni, Ursula Susanne Klatten, 45 anni, azionista della Bmw e titolare di alcune importanti aziende farmaceutiche, ha denunciato l’amante e i suoi complici, sfidando la prevedibile eco mediatica dell’affaire. Lo rivela ”La Repubblica” in edicola oggi.

Helg Sgarbi, 41 anni, prestante, poliglotta (otto lingue compreso l’arabo ed il cinese), e’ stato cosi’ arrestato insieme al socio Ernano Barretta, 63 anni, capo di una setta religiosa nata a Pescosansonesco di Pescara e proprietario dell’agriturismo “Rifugio Valle Grande”: era Barretta il “regista” che filmava gli incontri amorosi del compare. Insieme poi ricattavano le prede. Il nome di Susanne Klatten e quello di altre sue amiche, anch’esse milionarie, cadute nella stessa rete – scrive Francesco Viviano su ‘Repubblica’ – era stato finora protetto dal riserbo della Procura e della Squadra Mobile di Pescara. Ma nei giorni scorsi e’ stato emesso l’avviso di conclusioni delle indagini e sono venuti fuori i verbali della vicenda, che coinvolge una delle donne piu’ note della imprenditoria internazionale.

Susanne Klatten infatti e’ un’ereditiera chiave nel casato dei Quandt, azionista di riferimento della Bmw delle cui azioni detiene il 46% insieme alla madre Johanna e al fratello Stephan. Possiede anche il 50 % di Altana, uno dei colossi tedeschi del medico-farmaceutico, e attualmente investe in Nordex, un big dei mulini a vento per la produzione di energia. E’ da sempre nelle classifiche mondiali della ricchezza e del successo, a cominciare da quella di Forbes.

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