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Alla fine sarà maestro prevalente di Alessandra Ricciardi

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Camera e senato mettono i paletti alla riforma Gelmini: il tempo pieno non deve essere ridotto
Quello unico sarà un’eccezione, al suo fianco gli specialisti

A patto che. E giù una serie di condizioni e puntualizzazioni -dal maestro unico al tempo prolungato, dal numero di alunni per classe al sostegno ai disabili- che danno nuovi contenuti alla riforma della scuola, almeno per come essa emergeva dal piano programmatico scritto a quattro mani dai ministri dell’istruzione, Mariastella Gelmini, e dell’economia, Giulio Tremonti. E soprattutto dalle tabelle allegate al piano, con i relativi tagli al personale per ogni misura contemplata e i collegati risparmi di spesa.

Per complessivi 7,8 miliardi di euro in tre anni. I pareri, che le commissioni istruzione di camera e senato si apprestano a dare, saranno favorevoli-con ogni probabilità adottati a maggioranza- ma nella sostanza attuano una mini riforma della riforma. «Nessuna critica, ma solo precisazioni che serviranno a svelenire il clima», mette le mani avanti Valentina Aprea, presidente della settima commissione di Montecitorio e relatrice del parere. «Del piano si è parlato male, secondo me servirà a migliorare il servizio, eliminando sprechi oggi incomprensibili in un’economia in recessione», puntualizza Franco Asciutti, relatore del parere in commissione al senato. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i pareri insisteranno sulla necessità di coniguare la qualità della scuola con la riqualificazione della spesa. Allora, ecco i principali paletti: l’orario obbligatorio della scuola dell’infanzia dovrà essere garantito per 40 ore; il maestro unico con 24 ore di lezioni settimanali ci sarà ma dovrà essere residuale: da attuare solo lì dove lo richiedono i genitori. In generale, il tempo scuola dovrà tenere conto non solo delle esigenze di riorganizzazione della didattica, ma anche delle esigenze delle famiglie. E, dunque, va garantito il tempo pieno -con due docenti per classe- ma anche quello prolungato alle scuole medie. Analoghe garanzie vengono chieste per i docenti di inglese e di religione, che dovranno affiancare il maestro. Per le scuole superiori, visto che dovranno essere ridotti gli indirizzi e gli orari (problema in particolare per tecnici e amministrativi), i parlamentari di maggioranza sono intenzionati a chiedere che ci sia uno slittamento dei tempi delle iscrizioni per il prossimo anno. Stoccata parlamentare al governo anche sulla revisione della consistenza delle classi: va innalzato il numero medio di alunni per classe, non quello massimo, che comporterebbe condizioni precarie per la sicurezza; per i disabili, dovrà essere garantito il rapporto di un docente ogni due alunni. Non ultimi gli Ata: più attenzione a dove si tagliano gli organici, meglio che ci siano più bidelli e che questi possano svolgere anche funzioni, come le pulizie, che oggi sono esternalizzate. Pareri che non dovrebbero stupire la Gelmini, che in questi giorni ha già mandato avanti i lavori dei vari regolamenti attuativi tenendo conto delle richieste che saranno formalmente avanzate dalle commissioni parlamentari. Resta ora però l’ultimo nodo, quello del via libera dell’Economia. Già, perché attenuare le misure significa certamente rendere il piano meno drastico e, dunque, meglio tollerabile da scuole e sindacati. Ma qualche rischio per la consistenza e la tempistica dei risparmi c’è. Un nodo che la Gelmini dovrà sciogliere in queste ore direttamente con Tremonti.

Nota: ItaliaOggi – Azienda Scuola del 18/11/2008

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