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I presidi: non pagheremo le visite fiscali

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PROBLEMI TRA I BANCHI – Arrivano le prime parcelle dei medici negli istituti. E l’Asl di Lecco invia il tariffario

 

 

Scuole in rivolta: abbiamo le casse vuote, non possiamo accollarci questa spesa

 

«Le scuole non pagheranno le visite fiscali a docenti e personale in malattia: non se lo possono permettere». E’ la decisone presa ieri mattina dall’Aisam, l’associazione che raggruppa tutte le scuole di città e provincia. Non è una rivolta allo spirito della legge Brunetta sull’assenteismo quella intrapresa dai presidi mantovani, ma una difesa dei bilanci delle scuole. Perchè oltre ad avere, da quest’anno, l’obbligo di mandare il medico fiscale a casa di prof e bidelli assenti per malattia (anche per un solo giorno), i dirigenti dovranno pagare il servizio dei medici dell’Asl con i soldi delle casse scolastiche. «I nostri bilanci sono troppo risicati – dicono i presidi – perciò quando chiederemo la visita, preciseremo che non pagheremo un solo euro».
Un timore, quello di dover attingere dai bilanci d’istituto per pagare le visite fiscali tutt’altro che teorico. All’assemblea plenaria dell’associazione svoltasi ieri mattina è saltato fuori che qualche preside ha già sperimentato (e pagato) la novità introdotta dal ministro Brunetta. Al comprensivo di Asola e all’Ipsia Vinci di strada Circonvallazione Sud, ad esempio, la visita fiscale richiesta per la malattia di insegnanti residenti in altre province (e in altre regioni) è stata seguita dalla parcella delle Asl di competenza. Ieri mattina, poi, è arrivata in alcuni istituti scolastici di città e provincia una nota dell’Asl di Lecco con le tabelle delle tariffe per effettuare i controlli su insegnanti e personale non docente residente nel lecchese: si va dai 25,82 euro per un controllo effettuato in una giornata feriale ai 36,15 euro se il dottore è stato inviato a controllare il docente ammalato di domenica o in un’altra giornata festiva. A queste cifre si devono aggiungere i rimborsi per un quinto della spesa per il carburante.
«Per il momento l’Asl di Mantova non ci ha mandato comunicazioni di questo tipo – spiega il vice presidente dell’Aisam, Ugo Zavanella – ma la nota dell’Asl di Lecco spiega che la fine delle visite gratuite è stata decisa dalla direzione della sanità regionale. Questo ci porta ipotizzare che anche l’Asl locale, come avvenuto a Lecco e altre città lombarde, a partire da Milano, prima o poi farà scattare le parcelle a carico delle scuole». Tributo che, però, i presidi degli istituti mantovani (analogamente a quanto deciso dall’associazione delle scuole milanesi pochi giorni fa) non intendono pagare. «Adempiremo all’obbligo di inoltrare la richiesta di visita fiscale – riferisce il presidente dell’Aisam, Ernesto Flisi – ma preciseremo nel modulo diretto all’Asl, di non essere disposti a pagare la visita. Decideranno le aziende sanitarie come comportarsi, noi non possiamo permetterci di coprire quella spesa». Secondo le stime dell’Aisam, nei periodi autunnali e invernali ogni scuola richiede tra le venti e, addirittura, le trenta visite fiscali al mese. Le tariffe variano da provincia a provincia, ma secondo l’associazione ogni istituto dovrebbe spendere tra gli 800 e i 1.400 euro (secondo le dimensioni) al mese in visite fiscali. Un po’ troppo per bilanci che, spesso, non riescono a garantire la carta per le fotocopie gratuite nemeno agli alunni delle elementari.

(10 dicembre 2008)

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