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Stop appalti pulizie, sul decreto tutto tace. “7mila lavoratori rischiano licenziamento”

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Stop appalti pulizia, Italia Viva: 7000 lavoratori rischiano il licenziamento in attesa dell’internalizzazione dei servizi.

Master per il completamento delle classi di concorso
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Decreto

La legge di bilancio 2019, com’è noto, ha previsto lo stop agli appalti di pulizia nelle scuole dal 1° gennaio 2020. Si attende il decreto attuativo.

Dopo l’incontro Miur-sindacati del 1° agosto u.s., non si sono avute più notizie al riguardo.

Università
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Ricordiamo che,nel corso dell’incontro, erano emerse alcune problematiche in primis la differenza in difetto tra tra numero di lavoratori e posti accantonati: 11.263 posti di fronte ad una platea di interessati pari a 16000 unità.

L’onorevole Gallo (M5S) aveva dichiarato che il decreto sarebbe stato pubblicato a settembre, ma ancora tutto tace.

Rischio licenziamento

Intanto, denuncia il deputato di Italia Viva Silvia Fregolent, 7000 lavoratori in tutta Italia rischiano il licenziamento:

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“Anche in Piemonte ad a Torino stanno per essere licenziati moltissimi addetti al decoro ed alla pulizia degli istituti scolastici dipendenti di aziende private affidatarie degli appalti. Tutto questo a causa della Legge di Bilancio, approvata dalla precedente maggioranza e dal precedente governo, che ha sancito il processo di internalizzazione di tali servizi senza però prevedere parametri efficaci per ricollocare e garantire l’attuale personale impiegato. Il Ministro Fioramonti la smetta di giocare con le merendine, le carte geografiche ed i social e si metta a lavorare per risolvere i problemi seri del paese.
Questa vicenda, su cui ho presentato una interrogazione parlamentare nei giorni scorsi, coinvolge oltre 7000 lavoratori in tutta Italia che rischiano il licenziamento o, nel migliore dei casi, una sensibile riduzione dello stipendio. Ho chiesto al Ministro della Pubblica Istruzione di intervenire rapidamente per garantire gli attuali livelli occupazionali e per evitare gravissimi disservizi alla continuità dell’attività didattica”.
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