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Didattica a distanza: come valutare gli studenti. Le indicazioni del Miur

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Tra le tante confusioni che la didattica a distanza, mai adottata nelle nostre scuole, sta portando c’è anche quella della valutazione dei ragazzi, nel senso, così come è stata da sempre praticata, di assegnare un voto o un giudizio su contenuti appresi. Per le materie che hanno pure uno scritto si è trattato, nel corso della tradizionale didattica in presenza, di assegnare un voto al compito che, per al delicatezza che si trascina appresso, e come avviene pure agli esami di Stato, ha bisogno di particolare attenzione affinchè il docente sia certo della “originale” elaborazione da parte dell’alunno.

Gli esami di Stato e la vigilanza

Infatti, a questo fine, nel corso delle due prove scritte agli esami di Stato, sono previsti turni di vigilanza fra i prof per garantire che non si scopiazzi attraverso visite strategiche nei bagni, uso improprio dei telefonini ecc.

E allora, come valutare un alunno che a distanza, e dunque attraverso uno schermo che nasconde tutto, tranne il volto, risponde alle richieste del docente?

Valutazione somatica e formativa

Premesso che la valutazione, per acclarata definizione, ha due vie possibili ma convergenti, e cioè “formativa”,  cherispondere, più che ai criteri della validità e della attendibilità, al criterio dell’utilità, e “sommativa”, che si effettua per rilevare le conoscenze e le competenze alla fine delle unità di apprendimento, permettendo così di correggere eventuali errori e di effettuare gli ultimi interventi didattici prima di passare ad altri contenuti, il ministero finalmente si è espresso con l’ultima Nota del 17 scorso che integra la Nota 279/2020 sulla didattica a distanza.

Il Miur cerca di chiarire

Questa, a una lettura attenta, non chiarisce del tutto quanto da tante parti i professori vorrebbero sapere, forse perché abituati di più a una valutazione sommativa, con voto o giudizio, piuttosto che formativa.

Infatti si legge nella nota: “Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione. Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in una ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa.

Dovere di valutare

Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo professionale, e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’interno dei criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità”.

Accertare l’efficacia degli strumenti adottati

Sembra dunque che il ministero, sic et sempliciter, voglia ancora una volta scaricare sui prof la responsabilità di valutare gli alunni anche attraverso “uno o più momenti di relazione tra docente e discenti, attraverso i quali l’insegnante possa restituire agli alunni il senso di quanto da essi operato in autonomia, utile anche per accertare, in un processo di costante verifica e miglioramento, l’efficacia degli strumenti adottati, anche nel confronto con le modalità di fruizione degli strumenti e dei contenuti digitali – quindi di apprendimento – degli studenti, che già in queste settimane ha offerto soluzioni, aiuto, materiali”.

Valutazione formativa

Sembrerebbe dunque che si voglia fare leva più sulla valutazione formativa dei ragazzi, al di là dello schermo e della didattica virtuale, che sommativa, tranne poi a specificare nella suddetta nota: “Le forme, le metodologie e gli strumenti per procedere alla valutazione in itinere degli apprendimenti, propedeutica alla valutazione finale, rientrano nella competenza di ciascun insegnante e hanno a riferimento i criteri approvati dal Collegio dei Docenti. La riflessione sul processo formativo compiuto nel corso dell’attuale periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza sarà come di consueto condivisa dall’intero Consiglio di Classe”.

Sbrigatevela voi, in altri termini.

FONTE: https://www.tecnicadellascuola.it/didattica-a-distanza-come-valutare-gli-studenti-le-indicazioni-del-miur

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