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Milano, studenti fanno Dad davanti il Palazzo Regionale

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Milano, studenti fanno Dad davanti il Palazzo Regionale.

In questo anno accademico particolare di stranezze se sono viste, ma questa ha lasciato davvero il segno. Quanto accaduto stamattina di fronte il Palazzo della sede della Regione Lombardia fa molto riflettere su quanto questo sia un anno difficile non solo per i docenti, ma anche per gli studenti.

Un gruppo di alunni del Liceo “Volta” di Milano, uno dei più importanti licei scientifici della città, ha infatti questa mattina fatto una “protesta” pacifica davvero originale. Materassini, teli, zaini, tablet, smartphone e seduti tutti insieme (rispettando i distanziamenti e dotati di mascherina) a fare didattica a distanza davanti al Palazzo regionale.

Un modo per protestare contro la decisione della Regione di prevedere almeno fino al 13 novembre la didattica a distanza al 100% obbligatoria per le scuole superiori secondarie, salvo che che per i laboratori e per alcune categorie con bisogni educativi speciali, con l’obiettivo di ridurre la pressione su mezzi pubblici. Decisione confermata nella nuova ordinanza anti-Covid firmata ieri dal governatore Attilio Fontana:  “Ringraziamo i dirigenti scolastici della Lombardia per la grande collaborazione messa in campo e per l’impegno dimostrato fin dall’inizio della pandemia – ha spiegato il Presidente – nel confronto avuto con loro abbiamo condiviso di confermare la linea da noi assunta che prevede la didattica a distanza al 100% per le scuole secondarie superiori“.

Gli studenti si sono dati appuntamento questa mattina e poi seduti con le cuffiette alle orecchie hanno iniziato a seguire le lezioni. Il consigliere regionale Michele Usuelli, che ha pubblicato sul sul suo profilo Facebook le foto della Dad davanti il Palazzo Regionale ha commentato così: “Gli studenti del Liceo Scientifico Alessandro Volta protestano sotto Regione Lombardia, studiando e partecipando alle lezioni in Dad. E’ uno splendido silenzio assordante, inaccettabile invece è il silenzio delle istituzioni”.

“Comprendiamo le ragioni dell’economia, ma un paese che non sa proteggere le sue scuole è senza futuro. Che delusione, che amarezza, che rabbia”, aveva scritto pochi giorni il preside del liceo, Domenico Squillace, in una lettera ai genitori degli alunni.

 

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Fonte: Ansa

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