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Scuola e contagi, tra misure anticovid e decisioni da prendere sulla riapertura delle scuole

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ROMA. Alla riapertura delle scuole potrebbe esserci il 10 per cento del personale scolastico assente, secondo quanto reso noto dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, precisando che per ovvi motivi si tratta di numeri stimati approssimativamente che saranno verificati alla riapertura delle scuole che in Sicilia sarà ritardata di tre giorni, quindi giovedì 13 gennaio, così come ha deciso il governo regionale siciliano per consentire di verificare tutti gli aspetti organizzativi, in relazione all’aumento dei contagi. Una decisione, quest’ultima, che è scaturita dalla riunione di stamani tra il governo Musumeci e la task force regionale che ha ascoltato il parere degli esperti e degli assessori regionali alla Salute e alla Pubblica istruzione, rispettivamente Roberto Lagalla e Ruggero Razza. Nella giornata di mercoledì prossimo 12 gennaio è prevista un’altra riunione per capire come agire sulla scuola.
In Campania la situazione è diversa perché si registra lo scontro tra il governo Draghi e il governatore campano Vincenzo De Luca sulla riapertura delle scuole. De Luca vuole tenere le scuole chiuse, perché sostiene che non ci sono le condizioni minime di sicurezza. Da un lato il Governo ribadisce che si torna tutti in classe in presenza, da lunedì 10 gennaio. Dall’altro l‘ordine dei medici, gli amministratori locali e molti presidi che auspicano il rinvio delle lezioni di almeno quindici giorni. Tanto che il governatore De Luca, con un’ordinanza ha fatto slittare la scuola in presenza a fine mese. Una decisione che verrà impugnata dall’Esecutivo nel prossimo Consiglio dei ministri fissato per mercoledì 13 gennaio.
Anche in alcuni comuni della Calabria e della Puglia, visto l’elevato numero dei contagiati, la ripresa delle lezioni è stata rinviata a sabato 15 gennaio. Pesano le quarantene con moltissime assenze tra alunni e docenti. Posticipare l’apertura e magari allungare di due settimane la presenza degli alunni in classe a giugno è l’invito della federazione dei medici e sulla stessa linea ci sono anche i presidi che temono il caos di lunedì10 gennaio e chiedono uno screening capillare su tutti gli alunni per far tornare solo i negativi. A questo si aggiunge l’allarme trasporti. Corse tagliate a causa dei tanti contagiati tra i dipendenti e i servizi pubblici a rischio, con una riduzione dei mezzi in alcune città italiane. Adesso si attende lunedì 10 gennaio quando ci sarà la conferenza stampa dl presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, proprio sui contenuti del nuovo decreto con  nuovi misure restrittive.   Salvo Cona

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