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Circolare anti-clandestini, dietrofront della preside

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Il caso «Da Vinci» La dirigente regionale Palumbo: «E’ stata mal consigliata». Divisi gli studenti: «Ha fatto bene». «No, questo è razzismo»Circolare anti-clandestini, dietrofront della preside Documento ritirato. I Cobas: esposto in procura

 

PADOVA – Esposto in procura contro la circolare anti – clandesti­ni della scuola professionale «Leo­nardo Da Vinci» di Padova, ma la preside ha revocato il provvedi­mento. Scatta l’azione legale dei Cobas-scuola e dell’associazione Razzismo Stop dopo che la diri­gente scolastica del «Da Vinci», Anna Bottaro, ha raggiunto con una comunicazione nelle classi tutti gli studenti stranieri extraco­munitari di quinta superiore, invi­tandoli a presentare entro il gior­no seguente il permesso di sog­giorno. La circolare ha scosso il mondo della scuola e già ieri la preside Bottaro, ha fatto dietro­front, ritirando il provvedimento. «La preside ha commesso un er­rore – spiega Carmela Palumbo, dirigente scolastica del Veneto – e ha già revocato la circolare. E’ sta­ta presa in contropiede, sviata da un commissario d’esame del mi­nistero del Lavoro che le aveva ri­chiesto i permessi di soggiorno, portandole questa ‘novità’ nor­mativa. La preside dopo aver dif­fuso la circolare, ha fatto lei stessa dei controlli e ha scoperto che non era previsto richiedere il per­messo di soggiorno per obbligo di legge, in quanto vigente la Bos­si- Fini».

«Datemi i permessi» La circolare numero 200 è sta­ta diffusa in tutte le classi quinte del «Da Vinci», c’erano scritti i no­mi di otto studenti stranieri che sono stati letti in classe ad alta vo­ce. La stessa circolare è stata di­stribuita ai docenti (numero 282). Come se gli studenti citati fossero dei «fuorilegge». Petra (nome di fantasia) ha 18 anni, vie­ne dall’Albania, è una di quelle che ha dovuto consegnare il per­messo di soggiorno per l’esame: «Ho portato il passaporto il gior­no seguente, come richiesto, ma non è servito. Sono dovuta torna­re a casa per fotocopiare il per­messo di soggiorno. Ce l’ho a tem­po indeterminato e hanno fatto numerosi controlli per capire per­ché».

Azione legale «Siamo di fronte alla deriva dei diritti a scuola – spiega Giu­seppe Zambon, portavoce dei Co­bas – e per questo agiremo con un esposto alla procura. E’ stata un’azione solitaria della preside che non è prevista da nessuna normativa». Dal sindacato e del­l’associazione Razzismo Stop, puntano il dito su quella che po­trebbe leggersi come un’azione da «preside-spia». «La legislazio­ne in vigore prevede all’art. 45 del testo Unico, che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all’istruzione indi­pendentemente dalla regolarità della loro posizione – afferma Ni­cola Grigion, dell’associazione Razzismo Stop – . Quello che è ac­caduto è una forma di razzismo strisciante, ci costituiremo parte civile». E la rete degli studenti og­gi sarà davanti ai cancelli del «Da Vinci» per un sit in di protesta, mentre domani ci sarà una mani­festazione a Padova di Razzismo Stop.

Commissione stranieri Il «Da Vinci» è una scuola fre­quentata da circa 150 studenti stranieri, ed è stata formata an­che un’apposita «commissione» che si occupa dell’integrazione. La preside si difende riguardo al­la circolare: «La comunicazione per ottenere copia del permesso di soggiorno – spiega Anna Botta­ro – è stata formulata sulla richie­sta della commissione regionale per l’esame di terza area». Gli esa­mi di terza area sono dei pre-esa­mi delle materie professionali, che si sostengono prima della ma­turità negli istituti superiori co­me il «Da Vinci».

Gli studenti Fuori dai cancelli ieri c’erano loro, gli studenti di corsi per il so­ciale, aziendale e sanitario del Da Vinci. Cosa ne pensate della circo­lare? «Che bulla la preside! Maga­ri erano clandestini», dice Giulia, che frequenta la quarta. Le si acco­da la compagna Alessandra: «Di qui devono uscire e dimostrare di ave­re un permesso di soggiorno, prima lo fanno e meglio è…». Anche se è non è previsto dal­la legge? «Sì, con tutto quello che si sente in giro», ta­gliano corto le due ragazzine. «Ma co­sa si è inventata la preside? E’ un’indecenza», sbotta Silvia di quinta, che ha sentito leg­gere i nomi dei compagni stranie­ri. Angela, che frequenta il quarto anno, ha doppia nazionalità, me­tà marocchina e metà italiana, pri­ma non trovava le parole ma poi è come un fiume: «Questo è razzi­smo! Mia mamma ha lottato quando è arrivata qui dal Maroc­co per avere il permesso di sog­giorno e farmi studiare – racconta -. Adesso non ci possono togliere anche il diritto allo studio».

Martino Galliolo
22 maggio 2009

fonte :corrieredelveneto.it

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