L’anno scolastico sta per concludersi e le scuole cominciano a mettere in moto la macchina della valutazione: colloqui con i genitori, prove di verifica, consigli di classe, scrutini, certificazione delle competenze e pagelle.
Quest’anno le novità più importanti rispetto agli anni precedenti sono i voti nelle discipline di studio e la valenza significativa del voto di condotta, nella scuola secondaria di I e II grado, che contribuisce in modo determinante alla “promozione”, in quanto un voto inferiore ai sei decimi, nel comportamento come nelle materie di studio, comporta automaticamente la “non ammissione” alla classe successiva o addirittura agli esami di Stato di fine ciclo.
La circolare emanata dal Ministero dell’istruzione n. 50 del 20 maggio 2009 dice testualmente: “La media del sei per l’ammissione all’esame è calcolata considerando nel computo, a tutti gli effetti, anche il voto di comportamento e il voto di educazione fisica”.
Nella Scuola Primaria la non ammissione rimane un evento eccezionale e comprovato da specifica motivazione. L’alunno non ammesso deve avere conseguito nelle discipline una votazione di insufficienza piena (inferiore a cinque decimi), unita ad una valutazione negativa del comportamento (Legge 169/2008).
La normativa fa propria, in questo modo, la preoccupazione di assegnare il voto di condotta espresso con giudizio in maniera sintetica, forse per “non traumatizzare” i bambini, ma riteniamo questo un falso problema, anzi abituarli al voto sin dai primi anni della scuola primaria, dato che il voto è divenuto la modalità ufficiale e riconosciuta, getta le basi per migliorare criteri oggettivi e comuni per la valutazione degli studenti.
La valutazione finale, frutto di una verifica costante e formativa da parte di tutta l’équipe pedagogica, implica una maggiore attenzione nell’assegnazione dei voti anche perché, spesso, in tante scuole, purtroppo, non vengono definiti collegialmente ad inizio d’anno i criteri oggettivi per la valutazione degli alunni e quindi accade, a fine anno, una sperequazione sensibile tra alunni di classi parallele, se non addirittura tra alunni della medesima classe.
Ciò rende vano lo spirito della “valutazione formativa” che deve avere come obiettivo il bene dello studente e di una valutazione valida e coerente che assegna il voto che si meritano agli studenti, secondo un contratto formativo e dei criteri oggettivi che misurano il livello dei traguardi conseguiti.
La presenza di voti inferiori alla sufficienza sancisce, nella scuola secondaria di II grado, un “debito culturale” che lo studente deve saldare mediante un diligente studio estivo e la prova di verifica nel mese di settembre.
Non è pedagogicamente corretto discriminare le discipline ma si ritiene opportuno che un voto inferiore al sei in Educazione fisica, musicale e artistica possa avere un valore di stimolo ad un impegno maggiore solo nel primo quadrimestre, mentre nel secondo la valutazione finale debba avere dei parametri più ampi e complessivi e guardare, globalmente, ai progressi compiuti dall’alunno.
Inoltre è importante un altro aspetto che previene, tra l’altro, molti contenziosi, oltre a garantire una adeguata e opportuna relazione scuola-famiglia: comunicare ai genitori e all’alunno il debito prima della affissione ufficiale all’albo e consegnare agli studenti con debiti, insieme alla pagella, una lettera di avviso per la famiglia.
È un gesto educativo, che pone le premesse di un autentico impegno di recupero e di un possibile e successivo miglioramento generale. Se non altro è una lezione di vita: non si può ottenere tutto e in modo facile e superficiale.
Valorizzando al punto giusto i gesti della relazione educativa, si ritiene più professionale consegnare direttamente i risultati agli studenti e ai loro genitori, anziché affidarli al freddo tabellone che in maniera asettica elenca nomi e numeri quasi fossero oggetti.
Per la scuola primaria oltre ai voti nelle singole discipline è previsto un giudizio globale che descriva il graduale processo di maturazione dello studente e le tappe intermedie conseguite. La formulazione di tale giudizio è richiesto per la scuola primaria, ma non sarebbe stato male che, anche per la scuola secondaria, a fine anno, venisse redatto un giudizio globale, e descrittivo dei progressi raggiunti, come sarà meglio richiesto con il giudizio di ammissione che sarà anch’esso espresso in decimi.