All’insegna dello slogan “La Gelmini studi la  Costituzione” diventa un caso politico la sentenza della Corte  Costituzionale che ha bocciato lo stesso ministro dell’Istruzione. Il provvedimento che  ha incassato il no secco della Consulta stabiliva l’inserimento in coda alla  graduatoria per tutti quei docenti precari che chiedevano una provincia diversa  rispetto a quella in cui erano originariamente classificati. Adesso almeno  15.000 precari possono reclamare il ruolo e la tanto desiderata cattedra. La  conseguenza è che nell’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento il  personale docente avrà diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine,  secondo il proprio punteggio (merito) e non secondo l’anzianità di iscrizione in  graduatoria. Questa sentenza sancisce il fallimento delle politiche scolastiche del  governo e apre a una delicata questione sulla validità delle graduatorie  2009/2011 e delle nomine conferite secondo il criterio ora censurato. Insomma,  tutto da rifare? Sul sonoro fallimento del ministro Gelmini, bocciata  dunque per violazione dell’articolo 3 della Costituzione italiana, taglia corto  il capogruppo Idv in Commissione permanente Istruzione pubblica e Beni  culturali: “La Gelmini è vittima della Lega.  Adesso si dimetta”.
La Consulta  boccia la Gelmini e ritiene illegittima la norma per le graduatorie dei precari  della scuola in nome dell’uguaglianza tra tutti i cittadini. Una questione che  sembrava ovvia ai più, ma evidentemente non al ministro  dell’Istruzione…
Siamo dinanzi all’ulteriore conferma che questo  governo farebbe bene ad andare a casa. La Consulta ha giustamente e ovviamente  rigettato un provvedimento incostituzionale e razzista, che genera  discriminazioni e che certamente offende i tanti lavoratori del mondo della  scuola. Siamo dinanzi alla conferma, lo ripeto ancora, che questo governo è  culturalmente e politicamente inadeguato a ricoprire il ruolo che copre e  dinanzi alla conferma di come questo governo consideri le politiche legate al  mondo della scuola, dell’università e della ricerca come marginali e secondarie.  Credo si sia ormai arrivati ad un punto in cui bisogna prendere atto: il  ministro prenda atto del fallimento delle politiche che ha messo in atto e si  dimetta. Può soltanto dimettersi rispetto ad una serie di ricorsi e un  contenzioso altissimo, che provocherà danni molto gravi alle casse dello Stato.
Pare quasi scontato che ci sia lo  zampino della Lega dietro le azioni del ministro Gelmini. Cosa ne  pensa?
Assolutamente si. Il ministro è vittima della forte pressione  della Lega. Questo ragionamento inoltre va esteso al generale rapporto tra il  partito della Lega e il governo nel suo complesso: l’intero esecutivo è nelle  mani della Lega. Il problema serio è un altro: dietro qualsiasi riforma, dietro  qualsiasi provvedimento dovrebbe esserci un’idea. A nostro avviso dietro tutti  questi provvedimenti, non ultimo quella bocciato dalla Consulta, non c’è nessuna  idea concreta. Noi invitiamo ancora una volta il ministro a prendere atto non  solo di questo grave fallimento, ma di tutti i fallimenti legati alle politiche  della scuola da lei attuate, per compiere il nobile gesto delle dimissioni.
Quale sarà ora secondo lei  l’atteggiamento del ministro? Permetterà lo spostamento da una provincia  all’altra o prorogherà le attuali graduatorie provinciali, senza permettere  spostamenti sul territorio nazionale?
Noi da questo ministro e da  questo governo ormai ci aspettiamo di tutto. Io credo che il ministro dovrebbe  adeguarsi a quanto stabilito dalla Corte: prendere atto di tutto ciò e  ripristinare le minime garanzie di correttezza, al fine di evitare atti  discriminatori per gli insegnati che decidono di spostarsi da una provincia a  un’altra. Sono semplicemente le regole basilari, minime, che un ministro  dovrebbe seguire e rispettare, senza bisogno di avere la disapprovazione della  Corte Costituzionale e per di più essere bocciata dalla stessa.
È polemica sul 17 marzo. Il ministro dell’Istruzione  è propensa a tenere aperte le scuole (seguendo così le orme della Lega).  Immediata la reazione dei presidi che hanno bocciato la linea di viale  Trastevere. Cosa ne pensa?
Siamo con i presidi, perché il 17 le scuole  siano chiuse, dal momento che la motivazione è di estrema importanza oltre che  di grande festa. Noi ci associamo alla protesta dei presidi e ancora una volta  ci dissociamo da una politica che non condividiamo, che il ministro Gelmini  anche in questa occasione ha messo in campo.(da http://www.julienews.it/di  Antonio Formisano)

