Numero chiuso Medicina: secondo l’ANDU la riforma potrebbero spianare la strada a facili ricorsi a causa dei suoi punti deboli.
Continua la battaglia portata avanti dall’ANDU (Associazione Nazionale Docenti Universitari) contro la riforma del numero chiuso a Medicina. L’Associazione stavolta avrebbe messo in luce alcuni punti deboli che potrebbero spianare la strada a centinaia di facili ricorsi.
Medicina: i punti deboli della riforma secondo l’ANDU
Secondo l’ANDU la riforma del numero chiuso a Medicina recentemente approvata presenta alcuni evidenti punti deboli. Una delle maggiori lacune riguarda i tre esami che dovrebbero portare al superamento del semestre filtro. Quello che in tanti si chiedono e se si tratterà di esami universitari veri e propri oppure di test d’ingresso mascherati da esami, che arriveranno fra l’altro dopo sei mesi di pesanti studi.
Inoltre, l’ANDU sottolinea che la riforma non porterà come promesso ad una riduzione del numero di ricorsi, ma li farà aumentare in maniera significativa perché l’obbligatoria preparazione universitaria in previsione dei test sarà necessariamente diversa da ateneo ad ateneo.
In più, il nuovo meccanismo di selezione farà crescere a dismisura il mercato della preparazione ai test che si voleva abolire, con la conseguenza di un ulteriore aumento dei costi a carico delle famiglie. Con la riforma, infine, non si porrà rimedio al cosiddetto turismo formativo. Al contrario, il semestre filtro potrebbe portare sempre più studenti a scegliere di studiare Medicina all’estero anziché nel nostro Paese.
La figura del docente universitario
C’è poi anche un altro punto debole all’interno della riforma e che riguarda il ruolo del docente. Se gli insegnamenti del semestre filtro dovranno essere somministrati “su tutto il territorio nazionale secondo modalità definite con decreto ministeriale” è inevitabile chiedersi che fine farà la liberta di insegnamento dei singoli docenti.
Inoltre, ciò avrà come conseguenza esami impersonali basati su modalità e programmi sempre più rigidamente definiti a livello nazionale, al posto di giudizi derivanti dal confronto diretto tra studente e docente.