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Il bluff dell’effetto Brunetta

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Cacciato a maggio l’impiegato pubblico padovano che soleva appisolarsi sulla scrivania, cacciato a luglio il commesso del Parlamento che era desaparecido da mesi…

 

Cacciato a maggio l’impiegato pubblico padovano che soleva appisolarsi sulla scrivania, cacciato a luglio il commesso del Parlamento che era desaparecido da mesi, cacciati ad agosto i ferrovieri che timbravano otto cartellini di presenza alla volta, pubblicati i dati statistici che testimonierebbero già nei primissimi mesi di governo Berlusconi gli effetti micidiali della “guerra ai fannulloni”, Brunetta ora annuncia che si può passare alla “fase 2”. Il ministro della Funzione pubblica l’aveva minacciato un minuto dopo il suo insediamento: «Colpirne uno per educarne cento». Il problema dei fannulloni si risolve, «semplicemente, licenziandoli». Questa prima fase del «bastone», secondo le indagini fornite a luglio e agosto dal suo ministero, è stata coronata da uno straordinario successo. Il tasso di assenteismo tra gli statali, dice la più recente, è crollato di oltre un terzo, rispetto a un anno fa. Ma ora è tempo di guardare avanti e di prepararsi a un autunno più conciliante, ha fatto sapere il ministro in alcune interviste recenti. È tempo, ha scandito, di attivare premi per gli stakanovisti della pubblica amministrazione, una fase 2 di «carota». Ma si può davvero archiviare la “fase 1” come un trionfo della battaglia contro l’assenteismo? È vero che esiste già un “effetto Brunetta”? A giudicare dai dati, sembrerebbe proprio di no.
Analizzando l’“indagine pilota” diffusa in due puntate dal ministero della Funzione pubblica quest’estate, saltano agli occhi un paio di vizi talmente grossolani da inficiare la veridicità delle conclusioni. Leggiamo qualche passaggio cruciale dell’indagine, tanto per cominciare. «Al momento della chiusura della rilevazione (ore 20.00 del 6.8.2008) le assenze per malattia registrate nel luglio 2008 si sono ridotte del 37,1% rispetto al 2007». Una tendenza in aumento, cioè il «doppio di quanto rilevato nel mese di giugno (-22,4%) e quattro volte la variazione di maggio (-10,9%)». Prima domanda: le assenze per malattia registrate dove? La risposta è già divertente. È un’indagine fatta su 70 amministrazioni pubbliche, su base volontaria. Ci sono molti ministeri, c’è l’Agenzia italiana del farmaco e l’Autorità bacino del Serchio, c’è il Registro italiano dighe e l’Istituto agronomico per l’Oltremare di Firenze, l’Istat e il Comune di Colleferro, ma dedurre dalla volontaria adesione di 70 amministrazioni che avranno sgomitato per dimostrare quanto sono efficienti un dato sull’intero universo degli statali, è un po’ azzardato. Si può supporre infatti le amministrazioni non virtuose si saranno ben guardate dal rispondere con prontezza ai questionari del ministero.

Tonia Mastrobuoni

 

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