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La Cai ritira l’offerta, Alitalia a un passo dal baratro. Berlusconi: “Situazione drammatica, la colpa è della Cgil”. La replica di Epifani: “Non cerchi un capro espiatorio

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Il ritiro dell’offerta Cai per Alitalia “é stato deliberato all’unanimita”. Lo si apprende da fonti informate sulla riunione. “La drammatica situazione di Alitalia – molto peggiore di quella che aveva dato luogo ad altre offerte di acquisto in passato – e dei mercati internazionali, non permette di allungare ulteriormente una trattativa che è stata approfondita e che ha portato a numerose concessioni. Ulteriori concessioni e dilazioni metterebbero irrimediabilmente a rischio al realizzazione del piano”. Lo afferma Cai, Compagnia Area Italiana nella nota in cui annuncia di aver deciso il ritiro dell’offerta su Alitalia.

 

BERLUSCONI E RITIRO CAI,DALLA SPERANZA AL’BARATRO’ – Silvio Berlusconi ha appreso del ritiro dell’offerta da parte di Cai su Alitalia dai cronisti che lo attendevano a palazzo Grazioli. Dopo essere rientrato da San Giuliano di Puglia, il presidente del Consiglio ha fatto una breve tappa in alcuni negozi vicino alla sua residenza romana. Qui, ai cronisti che lo seguivano, ha detto di “auspicare una soluzione positiva” della vicenda, rispondendo così a chi lo informava delle voci di un imminente ritiro da parte della cordata guidata da Roberto Colaninno. Dopo una ventina di minuti, il premier è rientrato a palazzo Grazioli, dove ha trovato nuovamente i giornalisti ad attenderlo. Li ha fatti così entrare nel cortile interno del palazzo adibito a residenza e ufficio. Qui ha spiegato di non voler fare dichiarazioni e di voler attendere ulteriori informazioni prima di fare una conferenza stampa a Palazzo Chigi.

 

A questo punto, un cronista gli ha riferito che da pochi secondi era stata battuta la notizia che annunciava l’orientamento ufficioso di Cai per il ritiro dell’offerta. E Berlusconi si è mostrato sorpreso. A chi ha chiesto poi se quella di Cai potesse essere una mossa “tattica”, il premier ha risposto: “Non lo so, non lo so. Quello che so è che il dottor Letta mi informa ogni tre minuti e forse le informazioni che avete voi vengano da sotto, dalla strada, non dalla sala (dell’assemblea Cai, ndr). E quindi credo di essere più informato di voi”. Tuttavia, per sincerarsi che non vi fossero novità, Berlusconi ha chiesto ad un suo collaboratore di chiamargli il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poi, dopo aver affrontato altri temi ed in particolare dopo aver spiegato di non aver mai detto che il leader del Pd Walter Veltroni è inesistente, il Cavaliere si è allontanato per recarsi in una sala al piano terra di palazzo Grazioli per parlare, evidentemente, con Gianni Letta. Dopo pochi minuti, è tornato dai giornalisti per confermare di aver appreso che effettivamente Cai aveva ritirato l’offerta.

“E’ certo che ci sono pesantissime responsabilità soprattutto della Cgil e delle associazioni dei piloti, che valuteremo. E non vorrei che questa fosse proprio la soluzione che qualcuno ha auspicato si verificasse”.

 

SACCONI, RITIRO CAI PER OSTRUZIONISMO CGIL – “Il ritiro dell’offerta per la nuova Alitalia da parte della società Cai è la logica conseguenza dell’assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti”. Lo dichiara in una nota il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

 

EPIFANI, GOVERNO NON CERCHI CAPRO ESPIATORIO – “Piuttosto che cercare capri espiatori, il governo e il presidente del Consiglio si assumano le proprie responsabilità per come hanno gestito tutta la vicenda e la trattativa con le parti sociali”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani rispondendo a Berlusconi che ha evidenziato “pesanti responsabilità” di Cgil e Piloti nel fallimento della trattativa Alitalia. “La Cgil si è assunta per intero le proprie responsabilità per evitare il fallimento della compagnia”, ha puntualizzato il leader del sindacato.

 

D’ALEMA, INDEGNA AGGRESSIONE DI BERLUSCONI A CGIL – “La questione di fondo – ha osservato D’Alema – è che la soluzione trovi il consenso dei lavoratori, perché a guidare gli aerei o a fare le hostess non ci vanno i segretari confederali ma i lavoratori. Se Alitalia vuole tornare competitiva deve avere l’adesione e il consenso dei lavoratori, e non basta quello dei segretari dei sindacati”. D’Alema ha quindi difeso l’atteggiamento interlocutorio della Cgil, sottolineando che i piloti e il personale di volo ha proprie sigle sindacali: “capisco – ha sottolinea – la prudenza di un grande sindacato che vuole capire cosa pensano i lavoratori. La Cgil ha grande rispetto dei lavoratori, anche di quelli che non rappresenta. Per questo è indegna l’aggressione alla Cgil da parte di Berlusconi, con la sua solita prepotenza e arroganza”. “La soluzione comunque – ha detto ancora l’ex ministro degli esteri – non si risolve con ultimatum e diktat. Colaninno fa l’imprenditore e dice ‘se non ho il consenso del sindacato e dei lavoratori me ne vado’; la situazione, invece, è grave per colpa della politica”.

 

ASSEMBLEA A FIUMICINO, CONTINUIAMO A LAVORARE – Le sei sigle sindacali che non hanno firmato l’accordo, d’intesa con la Cgil, chiedono adesso un incontro al Commissario Straordinario di Alitalia, Fantozzi per un esame urgente della situazione. Lo hanno ribadito, ai microfoni dell’assemblea che si sta svolgendo a Fiumicino, i sindacalisti finora intervenuti. “Continueremo a lavorare stasera, domani, dopodomani, senza interrompere il servizio – dice il comandante cargo, Giampaolo Guerra, dell’Anpac – nell’interesse di tutti, azienda e noi dipendenti. Certo, i tempi del fallimento sono molto stretti, i soldi in cassa sono pochi, ma il Commissario straordinario può sicuramente prendere tempo, visto che l’azionista di maggioranza é il Tesoro. In questo modo sarà possibile indire una gara di vendita trasparente. Siamo certi che alle condizioni di CAI si farà avanti più di un interessato, Air France, Lufthansa, British Airways: i francesi avrebbero comprato Alitalia accollandosi un miliardo e mezzo di euro di debiti, mentre oggi la compagnia sarebbe stata venduta al netto a CAI per 350 milioni”.

 

FANTOZZI, VOLERA’ FINO A CHE CI SONO SOLDI – Alitalia continuerà a volare fino a che ci sono i soldi poi metterà gli aerei a terra ?, chiede l’intervistatore. “Questo prevede la legge e io rispetterò la legge” ha risposto il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi. “Difficile dire”, ha aggiunto, in questo momento quale sia l’autonomia dell’ Alitalia. “Da un lato – ha spiegato Fantozzi in un’intervista a RadioCity su Radio Uno – calano i passeggeri anche per tutta la bagarre che si è fatta, dall’altro crescono le spese. Molto dipende da come andranno le cose nei prossimi giorni”.

 

PASSERA, UN GRAN PECCATO- “Un gran peccato”. Queste le uniche parole del consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, dopo che l’assemblea di Cai ha ritirato l’offerta per Alitalia. Passera ha lasciato la sede dove si è tenuta la riunione dei soci diverso tempo dopo i partecipanti alla cordata, e non ha risposto ad altre domande sull’esito della vicenda, limitandosi a questo laconico commento. APPLAUSI E GIOIA

 

DIPENDENTI FIUMICINO – Prevale palese soddisfazione tra i dipendenti Alitalia in assemblea all’ aeroporto di Fiumicino in merito alla notizia del ritiro dell’ offerta Cai. Non appena si è diffusa la notizia tra i circa mille dipendenti, e alcuni sindacalisti lo hanno annunciato con gli altoparlanti sono scattati applausi e frasi di gioia come “Meglio falliti che in mano a questi banditi”.

 

AL VIA ITER PRIMA CASSA INTEGRAZIONE – Il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, ha comunicato ai sindacati l’avvio formale della procedura di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti direttamente o indirettamente collegati all’utilizzo dei 34 aerei gia’ messi a terra. Riguarda 831 piloti per 12 giorni al mese, 1.383 assistenti di volo per 10 giorni al mese e 2.072 dipendenti di terra per 6 giorni al mese.

Fonte: ansa

 

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