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Schifani accusa Veltroni in tv Bufera sul presidente del Senato

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«Avvelena il clima». Poi si corregge

Prima lo accusa in diretta tv davanti a milioni di spettatori (era a Domenica In, su Rai Uno). Poi fa marcia indietro con una telefonata ed un comunicato del suo ufficio stampa. Ma intanto, il messaggio contro il capo dell’opposizione da parte del Presidente del Senato è arrivato dove i registi dell’operazione volevano arrivasse. Così Renato Schifani (lo stesso a cui Berlusconi ha dedicato una parte della sua residenza in Sardegna battezzandola “villa Schifani”) contribuisce dal suo scranno di seconda carica dello stato all’operazione di delegittimazione delle opposizioni che la destra ormai persegue apertamente.

Durante la trasmissione Schifani ha segnalato un «avvelenamento dei rapporti politici», con «toni eccessivamente accesi» anche in seguito ad alcune dichiarazioni del leader del Pd Walter Veltroni. «Ero molto contento – spiega il presidente del Senato a ‘Domenica in’ – per come era iniziata la legislatura. Avevo riconosciuto e continuo a riconoscere a Veltroni un grande merito: quello di aver iniziato un periodo di reciproca legittimazione, avviato con l’incontro tra lui e il presidente del Consiglio nel confronto sulla legge elettorale. Con quell’incontro si era data una svolta. Finalmente – spiega – le due parti contrapposte si erano riconosciute e si erano legittimate». «Poi – prosegue Schifani – vi è stato un avvelenamento dei rapporti politici. In questo avvelenamento registro le dichiarazioni di Veltroni che fanno parte, sì, dello scontro ideologico-politico, ma che vanno osservate».

Poi, la parziale rettifica. «Nel corso di una telefonata con il leader del Pd, on. Walter Veltroni, il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha ribadito la sua totale assenza di volontà polemica nei suoi confronti, ricordandogli, tra l’altro, di avergli sempre riconosciuto di aver avviato per primo il processo di semplificazione della politica del Paese con la nascita del Partito Democratico» si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa di Palazzo Madama.
Da chi occupa un ruolo di garanzia e istituzionale come il presidente del Senato, Renato Schifani, ci si aspetta che ci pensi non una ma cento volte prima di attaccare il capo dell’opposizione, anche perché a questo provvedono ogni giorno – ha reagito Dario Franceschini, del Pd, parlando a Sky Tg24 – il Presidente del Consiglio e tanti ministri, che più che lavorare dedicano gran parte del loro tempo ad attaccare il Partito democratico».

Durissima la presa di posizione di Arturo Parisi, uno dei più forti critici della gestione Veltroni del Pd. «Capisco che Schifani rimpianga il Veltroni dei mesi scorsi. Ma accusarlo di avvelenamento del clima politico solo perchè ha ora deciso di svolgere la funzione di opposizione che il voto di aprile ci ha attribuito è certo troppo». «Forse Schifani – rileva Parisi – si è dimenticato di come svolgeva lui la funzione di opposizione. Noi ce lo ricordiamo. E se lo ricordano gli italiani che si erano ormai fatta una ragione delle sue quotidiane apparizioni televisive. Così come ci ricordiamo che, prima che Alfano, si chiamò Schifani il privilegio che Berlusconi ha imposto al Paese nel suo personale interesse abusando di una forza parlamentare a lui attribuita dalla regola maggioritaria per governare il paese nel rispetto delle regole, non per travolgerle. Veda Schifani che con tanta determinazione svolse il ruolo di opposizione di ricordarsi che come presidente del Senato e seconda carica dello Stato è caricato di una funzione di garanzia dei diritti di tutti, nell’aula parlamentare, e negli studi televisivi». da Unità.it

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