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RIFORMA DELLA SCUOLA, I DUBBI DEI GENITORI.

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Il maestro unico preoccupa le famiglie:
«Quello che andava bene 30 anni fa, non è detto che funzioni oggi»
Nino Luca Il Corriere della Sera ed. di Milano, 14.10.2008 incontro alla scuola elementare di piazza Sicilia a Milano

 

MILANO – Non importa se hanno lavorato tutto il giorno. Per il bene dei loro figli vale la pena informarsi per capire cosa sta accadendo al mondo della scuola dopo l’approvazione delle legge 137 del 6 agosto e del decreto legge 133 del 1° settembre: il decreto Gelmini tanto per intendersi. Anche se questo vuol dire fare quasi mezzanotte nella palestra della scuola dei loro bambini. Perché in quell’aula parlano esperti, pedagoghi e insegnanti. Si tratta di centinaia di genitori, mamme e papà (che si danno il cambio) di quei bambini che frequentano la scuola elementare di piazza Sicilia a Milano, e che si preparano, dopo gli studenti, a studiare varie forme di protesta, financo quella di scendere in piazza. Il tutto per bloccare i tagli di 8 miliardi di euro all’istruzione.

LE DOMANDE – «A quali classi verrà applicata la riforma?», «Il maestro unico starà con i nostri bambini a pranzo?», «Con chi staranno nel pomeriggio?» sono alcuni dei quesiti. E gli esperti hanno cercato di fare chiarezza nei meandri dei commi di legge interpretando e immaginando scenari dove la legge è lacunosa. Un genitore: «Alcuni di noi, forse ripensando con nostalgia agli anni della propria infanzia, si dicono favorevoli al ritorno del maestro unico. Purtroppo però quel che poteva andare bene 30 anni fa, quando le mamme non lavoravano, la televisione aveva due canali, il computer non esisteva nelle nostre case e conoscere lingue pareva meno importante, non è detto che funzioni anche oggi». Riflessioni come queste stanno animando le giornate di quell’esercito di 10 milioni di famiglie che si prepara a chiedere il blocco della riforma Gelmini. Maestro unico, voto numerico e valutazione formativa, i veri numeri dei tagli a docenti e personale, il tempo pieno

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