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Scuola e università, la protesta va avanti

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Manifestazioni ed iniziative da Nord a Sud contro la riforma del ministro dell’Istruzione Gelmini. A Palermo migliaia di studenti in piazza. A Roma, lezione di Fisica davanti alla Camera. Unione studenti: ”Bloccheremo gli istituti di tutta Italia”.

Roma, 20 ott. (Adnkronos/Ign) – Prosegue la mobilitazione del mondo della scuola e dell’Università contro la riforma del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. ”Occupazioni, autogestioni, assemblee permanenti si stanno susseguendo per imporre al Governo il ritiro di questo provvedimento che riporta la scuola nel passato”, scrive l’Unione degli studenti in una nota. ”Nei prossimi giorni, al grido di ‘Provate a fermarci’, bloccheremo le scuole di tutta Italia anche per chiedere la modifica della legge 133 che prevede un taglio di 8 miliardi di euro all’istruzione pubblica. Per noi la scuola non è una spesa di bilancio ma un investimento”.

Questa mattina diversi cortei hanno sfilato per le vie della città italiane.La manifestazione più consistente si è svolta a Palermo, dove si sono ritrovati oltre 5mila studenti, anche se gli organizzatori parlano di cifre più alte. I ragazzi, delle scuole di ogni ordine e grado, insieme con gli universitari, dopo avere percorso Corso Vittorio Emanuele, sono arrivati in piazza Marina, dove si trova il rettorato dell’università. Al termine del corteo non sono mancati momenti di tensione. Un folto gruppo di giovani ha tentato di entrare a palazzo Steri, sede del rettorato, cercando di forzare il blocco della polizia. Il tentativo è fallito e i ragazzi sono rimasti fuori. Il rettore Giuseppe Silvestri, che tra meno di dieci giorni lascerà l’incarico per essere sostituito da Roberto Lagalla, ha voluto incontrare i giovani in piazza. Silvestri ha quindi annunciato il blocco delle attività per domani mattina al fine di consentire le assemblee che si terranno in alcune facoltà. Sempre per domani mattina gli studenti hanno annunciato un altro corteo. Sul portone del rettorato campeggia un grande manifesto con scritte inneggianti al 1968.

Corteo di protesta anche a Milano. Stamattina gli studenti si sono ritrovati in piazza Scala davanti al Comune. La mobilitazione, organizzata dal gruppo del Collettivo, è nata in modo spontaneo per dare una risposta immediata alle dichiarazioni della Gelmini “che sostiene – hanno spiegato – di non comprendere le centinaia di migliaia di persone che hanno manifestato contro il suo decreto. Con la sua manovra di taglio, la scuola pubblica va incontro a un totale smantellamento, tra migliaia di posti di lavoro in meno e scuola-fondazione svenduta alla privatizzazione”. Gli studenti, 500 secondo gli organizzatori, hanno sventolato decine di striscioni e inscenato una lezione all’aperto “perché con il decreto Gelmini ci lasceranno per strada”. Il corteo si è poi spostano da Palazzo Marino a piazza Fontana, dove si è concluso con un’assemblea aperta sulle prossime mobilitazioni. “Il 30 ottobre in un corteo di tutto il mondo della scuola, poi il 3 novembre ad assediare la Gelmini ospite all’inaugurazione dell’anno accademico”, hanno concluso. Nei prossimi giorni si preannunciano occupazioni e autogestioni nelle scuole.

Grande mobilitazione studentesca anche a Trieste. Dall’Istituto scolastico regionale e dall’Ufficio scolastico provinciale hanno riferito che 3 scuole sono già state occupate e in altri 11 istituti scolastici sono in corso assemblee che potrebbero sfociare in occupazioni.

In agitazione anche gli Atenei d’Italia “per esprimere la contrarietà rispetto alla L. 133 che mina a stravolgere il sistema universitario e il suo carattere pubblico. Sono previste grandi mobilitazioni a Palermo, Pavia, Ancona e Ferrara“, ha annunciato in un comunicato l’Unione degli Universitari (Udu). Molti studenti indosseranno “un nastro rosso contro la privatizzazione degli atenei”.

A Roma, docenti e studenti della facoltà di Fisica hanno organizzato lezioni all’aperto in piazza Montecitorio, sede della Camera (nella foto).

Gli studenti di Alternativa Studentesca hanno preso le distanze dalle modalità della protesta: “Adesso siamo anche alle minacce di picchetti all’ingresso degli istituti. Le sigle studentesche di sinistra stanno portando la protesta su un binario palesemente antidemocratico. Infatti, pretendono di difendere i diritti degli studenti quando sono loro stessi a violarli con la loro aggressività ideologica”.

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