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2014

re222y77x_20081022ROMA (12 dicembre) – «Non c’è nessuna retromarcia. È tutto confermato». Così il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini è tornata sullo slittamento della riforma per le scuole superiori e le novità per il maestro unico annunciate ieri. Gelmini ha spiegato che «un unico maestro sarà il punto di riferimento educativo del bambino e viene abolito il modello a più maestri degli anni 90. Chiunque affermi in queste ore che è cambiato qualcosa – ha detto – sta semplicemente dicendo una falsità e cerca in maniera strumentale di mettere in discussione la linea del governo che non è mai cambiata e che non cambia». Il ministro si è poi detta pronta a collaborare con sindacati e opposizioni, purché si ponga fine alle falsità.

Berlusconi: «Si può sempre migliorare in corso d’opera». Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha voluto ribadire che «non è cambiato nulla. Ma c’è troppa disinformazione. Avevamo sempre fatto riferimento al cosiddetto maestro prevalente e non al maestro unico – ha ribadito – se una classe richiede che ci sia un doposcuola dopo l’orario normale, allora ci saranno i due maestri, uno la mattina e uno il pomeriggio. Se i genitori, per esempio, non riterranno opportuni ulteriori prolungamenti di orario, allora non ci sarà il doposcuola. Ma questo non vuol dire assolutamente che il secondo maestro sarà licenziato».

Veltroni: il governo ha fatto marcia indietro. Per Veltroni, invece, il governo ha fatto marcia indietro: «Per mesi ha cercato di spiegare la sua riforma della scuola e di dire che tutti, insegnanti, genitori, studenti, opposizione, avevano torto e che erano su posizioni conservatrici – ha detto il leader del Pd – Poi, alla fine, il governo ha praticamente ritirato il provvedimento. Aveva ragione il governo che proponeva sostanzialmente esclusivamente un taglio alla scuola pubblica, soprattutto alla scuola elementare, o l’opposizione e il mondo della scuola che chiedono una scuola nuova ma una scuola sulla quale il paese investa?». 

Franceschini: i tagli restano. «Le proteste degli studenti e la minaccia di referendum del Pd hanno fatto fare marcia indietro al governo – dice Dario Franceschini, vicesegretario del Pd – è altrettanto vero che restano i tagli della Finanziaria. Noi continueremo a vigilare, e resta in campo il referendum, che incombe sempre»

Idv: Pd e Udc cantano vittoria che non c’è. Il senatore dell’Italia dei Valori, Stefano Pedica, ha espresso meraviglia per la scelta di Pd e UDc di cantare vittoria sulla legge Gelmini «quando uno sciopero, quello di oggi, protesta contro l’approvazione da parte di un governo scellerato dei tagli alla scuola e la mancanza assoluta della tutela dei precari. Che Pd e Udc – ironizza Pedica – siano cantanti ci fa piacere, ma basta leggere le carte per capire che il canto della vittoria lo hanno intonato solo loro e ha ragione di cosa non si capisce».

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