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Orari, precari e classi numerose ecco tutte le novità congelate

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Dopo l’annuncio di un ripensamento del ministro Gelmini il dettaglio delle misure sulla scuola che saranno riviste

ROMA – Marcia indietro in 11 mosse. Il parziale dietrofront del governo sulla riforma della scuola è tutto nell’accordo di ieri pomeriggio tra governo e sindacati. Le novità rispetto al cosiddetto Piano Gelmini, che tante proteste aveva suscitato tra gli studenti e i professori, e aveva portato allo sciopero generale del 30 novembre scorso, sono tante. Vediamole.

La riforma dei licei e degli istituti tecnici, cui si dovrebbe aggiungere quella degli istituti professionali, non partirà più il primo settembre 2009 ma dal 2010. Le famiglie avranno più di un anno di tempo per familiarizzare con una riforma che modificherà indirizzi scolastici, materie e quadri orario.

La riforma del primo ciclo (scuola dell’infanzia, primaria e media) e il Dimensionamento della rete scolastica partiranno dal 2009/2010. Ma il “maestro unico” (con 24 ore settimanali in una sola classe alla scuola elementare) non fa tempo a vedere la luce. Accanto a classi funzionanti con 27 e 30 ore settimanali, le 24 ore diventano una opzione che le famiglie che potranno richiedere.

Per il tempo pieno (con orario di 40 ore settimanali) continueranno ad essere utilizzati due insegnanti per classe. Nella scuola dell’infanzia (l’ex materna) il modello didattico principale sarà quello con 40 ore settimanali e due insegnanti: il cosiddetto tempo normale. Le classi che potranno funzionare con 25 ore settimanali (il tempo ridotto) costituiranno “un modello organizzativo residuale”. Il Piano prevedeva “la progressiva generalizzazione” del modello antimeridiano.

Novità anche per la scuola media: le prime classi del prossimo anno potranno avere un orario obbligatorio variabile tra le 29 e le 30 ore “secondo i piani dell’offerta formativa delle scuole autonome”. E le classi a tempo prolungato “funzioneranno con non meno di 36 e fino ad un massimo di 40 ore” settimanali.


La Gelmini aveva posizionato l’asticella dell’orario obbligatorio a 29 ore e condizionato l’apertura delle classi a tempo prolungato all’esistenza “dei servizi e delle strutture per lo svolgimento delle attività in fascia pomeridiana”. Attraverso questa voce Tremonti aveva previsto di tagliare circa un quarto del tempo prolungato esistente: 4.275 classi. E ancora. “Sarà tutelato il rapporto di un docente ogni due alunni disabili”, salvaguardando così la presenza nelle classi degli insegnanti di sostegno.

Per i precari si apre uno spiraglio: “Il governo si impegna a costituire un tavolo permanente di confronto per ricercare le possibili soluzioni a tutela del personale precario” con nomina annuale o fino al termine delle attività didattiche.

Viene, inoltre, congelato per un anno “l’incremento del numero massimo di alunni per classe in connessione con l’attivazione dei piani di riqualificazione dell’edilizia scolastica” e, se le risorse lo consentiranno, verranno estesi gli sgravi fiscali sul salario accessorio.

E i tagli? Saranno attivate “misure compensative idonee a garantire i complessivi obiettivi di riduzione” (132 mila posti in tre anni) previsti dal Piano.
(12 dicembre 2008)

Da La Repubblica.it

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