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Decreto Brunetta. Dopo i precari ora anche le RSU. Cancellate le elezioni.

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04 giugno 2009 – ANIEF
Dopo aver firmato l’Accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 e l’intesa del 30 aprile sull’applicazione dell’Accordo, il Ministro Brunetta ringrazia le Organizzazioni Sindacali contraenti prorogandone ope legis per un triennio la rappresentatività sindacale, bloccando le prossime elezioni delle RSU che avrebbero misurato la rappresentatività insieme alla media delle deleghe per il triennio successivo, attentando alla democratica libertà di voto dei lavoratori.

Inoltre, è avocata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, senza il parere del Parlamento, la facoltà di adeguare la nuova norma al Comparto della Scuola, un terzo del comparto pubblico.

E’ quanto previsto dal comma 3 dell’art. 63 dello Schema di Decreto Legislativo attuativo della Legge n. 15 del 4 marzo 2009, approvato il 15 maggio dal Consiglio dei Ministri, che senza fare alcun esplicito riferimento ad alcuna copertura legislativa afferma: “per consentire l’adeguamento dei meccanismi di rilevazione della rappresentatività sindacale a seguito dell’entrata in vigore del presente decreto secondo quanto previsto dagli articoli 42 e 43 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per i rinnovi contrattuali relativi al primo periodo successivo a quello in corso la medesima rappresentatività rimane determinata con riferimento alla media fra dato associativo e dato elettorale rilevati per il biennio contrattuale 2008-2009. Conseguentemente, in deroga all’articolo 42, comma 4, del decreto n. 165 del 2001, sono prorogati per il successivo triennio gli organismi di Rappresentanza unitaria del personale“. Mentre, il comma 5 dell’art. 72 afferma: “con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca e con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono determinati i limiti e modalità di applicazione delle disposizioni dei Titoli II e III del presente decreto al personale docente della scuola e delle accademie, conservatori e istituti assimilati e ai ricercatori negli Enti di ricerca”;

In altre parole, il Governo con l’accordo tacito dei maggiori Sindacati rappresentativi, ad esclusione della critica CGIL-FLC, senza alcuna esigenza dovuta alla rimodulazione dei contratti o delega esplicita prevista dalla legge n. 15/2009, si appresta con un Decreto a stabilire quale organizzazione sia rappresentativa dei lavoratori per il prossimo triennio, ovvero intende congelare per il prossimo triennio le RSU precedentemente elette e ora in scadenza di mandato, e bloccare l’indizione delle nuove elezioni che si sarebbero dovute tenere nel dicembre 2009 per il Comparto Scuola, e nel dicembre 2010 per gli altri Comparti pubblici, come stabilito dall’Accordo Collettivo quadro per la Costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale del 7 agosto 1998. Tale Schema di Decreto, inoltre, se confermato, non soltanto risulta illegittimo in quanto supera la potestà delegata ma viola con una deroga una precisa norma di legge che vieta espressamente la proroga delle RSU elette, in particolare l’art. 42 comma 4 del D.Lgs. 165/2001: “con appositi accordi o contratti collettivi nazionali, tra l’Aran e le confederazioni o organizzazioni sindacali rappresentative ai sensi dell’articolo 43, sono definite la composizione dell’organismo di rappresentanza unitaria del personale e le specifiche modalità delle elezioni, prevedendo in ogni caso il voto segreto, il metodo proporzionale e il periodico rinnovo, con esclusione della prorogabilità“. Sembra assurdo, infatti, – se non poco democratico o illegittimo, che alla vigilia delle elezioni per determinare la rappresentatività, alcuni Sindacati firmino un accordo per riformare modelli contrattuali senza accennare alle procedure determinanti la stessa rappresentatività, e tuttavia, ipotecano dalla parte datoriale una rappresentatività che è sottratta ai lavoratori. E’ come se i nostri Parlamentari decidessero di rinviare le elezioni politiche alla naturale scadenza del loro mandato, rimanendo un’altra legislatura perché devono riformare la legge elettorale, invocando il passato consenso popolare.

D’altronde, gli articoli dello Schema di Decreto incriminati appaiono ancor più illegittimi in quanto violano senza alcuna indicazione della norma primaria, ben tre Decreti legislativi: l’articolo 47 del Decreto legislativo n. 29/1993, l’articolo 6 del Decreto legislativo n. 396/1997, e gli articoli 40 e 42 del Decreto legislativo n. 165/2001.

Gli attuali Sindacati rappresentativi non possono tacere o fare nulla contro gli 87.000 tagli subiti dalla Scuola, non possono imporre al MIUR un Decreto di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento illegittimo, non possono firmare un accordo con il Governo per riformulare la contrattazione per il prossimo triennio, e fuggire al giudizio dei lavoratori, delle migliaia di docenti delusi e amareggiati. Il Sindacato non è autoreferenziale e tanto meno deve essere rappresentato dal Governo.

Auspichiamo un netto ripensamento del Governo in merito al rinvio delle elezioni delle RSU, perché in un momento in cui si riformano gli assetti contrattuali la Politica dovrebbe mostrare maggiore cautela, rispetto ed attenzione per le regole di democrazia sindacale che determinano la rappresentatività dei lavoratori, peraltro, tutelate dalla stessa legge n. 15 del 4 marzo 2009. In caso contrario, lo Schema di Decreto sarà facilmente impugnabile dai giudici del Tar Lazio per l’evidente eccesso di delega e l’illegittimità manifesta.

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