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Concorso decaduto, la rabbia dei 426 dirigenti scolastici

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“Pensiamo sia venuto il momento di ripristinare la verità sulla vicenda dell’ormai famoso concorso per dirigenti scolastici del 2006, dopo tante falsità denigranti, strumentali e certamente interessate”. E’ quanto si legge in una nota diramata dal Coordinamento regionale dei dirigenti scolastici del concorso del 2006. “Non ce la facciamo più – prosegue il testo – a tacere e da spettatori assistere ad una campagna di disinformazione che non tiene conto della realtà dei fatti, di ciò che effettivamente è stato il concorso e la sua conduzione. Ci sembra che sia vero, in questo caso più che mai, che i nostri denigratori abbiano astutamente operato secondo il principio mediatico per cui una bugia ripetuta 1000 volte diventa una verità.  Noi ci siamo imposti per stile e senso di responsabilità di non alimentare polemiche superflue e conflitti pubblici, a lungo abbiamo tenuto un comportamento composto, nella convinzione che il diritto, l’essere dalla parte del giusto e del merito ci avrebbe tutelato. La nostra fiducia negli organi che sono deputate ad accertare la verità, la fiducia nell’Amministrazione di cui sentiamo di essere parte integrante ed essenziale, ci ha dato la forza di sopportare questo quotidiano dileggio e ad andare avanti nei nostri luoghi di servizio, spesso in situazioni limite, di frontiera, dove solo le scuole o poco più tengono alta la bandiera della legalità e presidiano il territorio in nome dello Stato. Noi siamo 426, reggiamo scuole la cui utenza complessiva tra alunni, personale e famiglie conta più di 400.000 persone, nella sola Sicilia. Abbiamo portato una ventata di rinnovamento nella scuola siciliana, caratterizzata da coraggiose innovazioni, gestione di fondi europei per lo svecchiamento della dotazione tecnico-scientifica e per una netta qualificazione dell’Offerta Formativa. Affrontiamo a mani nude situazioni di alte problematicità ambientali, spesso configgendo con fenomeni di devianza sociale e non arretrando di un passo rispetto ai nostri doveri di Dirigenti dello Stato di Diritto. Tuttavia la saldezza della nostra buona fede, la consapevolezza del nostro ruolo adesso non basta più per continuare con la necessaria serenità d’animo in un’attività che richiede tante energie, tanta motivazione e la sensazione d’avere un riconoscimento almeno morale da parte delle Istituzioni. Con amarezza crediamo di vivere dentro una fase di imbarbarimento della convivenza civile”.

 

“Relativamente ai fatti incriminati del Concorso – continua la nota – troviamo opportuno riportare di seguito la comunicazione che il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico per la Sicilia Dr. Guido Di Stefano ha indirizzato ai sindacati della Scuola. Perché la ricostruzione è esatta e perché la fonte è istituzionalmente alta. Ecco i fatti, come ripostati del Direttore Generale”.
“(…) Le recenti sentenze del CGA hanno ridato fiato a tutti coloro che non hanno superato le prove e nessuno ha notato che si tratta di persone che sono state valutate, negativamente, anche tre volte e si è voluto ignorare che le sentenze del CGA riguardano solamente le modalità di formazione della sottocommissione costituita, in realtà, in stretta aderenza al DPCM ed alla direttiva ministeriale impartita con nota 1160 del 19/9/2005 al fine di assicurare in Italia “l’omogeneità dei criteri interpretativi”. Il CGA, come era sua facoltà, ha ritenuto che la normativa ed “i principi generali” imponessero sottocommissione di tre membri e quindi, ciò che è stato ritenuto legittimo nel resto del Paese, non lo fosse in Sicilia. Le sentenze definitive si eseguono, non vi è dubbio, ma non cogliere la singolarità del caso è paradossale come è paradossale parlare di “concorso truffa” quando, per la seconda volta consecutiva, l’inchiesta penale si è chiusa con l’archiviazione. A questo punto, se si comprende chi non accetta valutazioni negative e tenta ogni mezzo per ottenere il suo scopo, non si comprende chi si unisce al coro, cercando, tardivamente, di salvare capra e cavoli, colpevolizzando chi ha applicato le direttive ministeriali, peraltro puntualmente eseguite in tutte le grandi Regioni, e nonostante la correttezza dell’applicazione fatta sia stata ribadita in Parlamento, nella seduta della Camera del 13 ottobre scorso, dal Sottosegretario del MIUR. Anche con i riferimenti che vengono fatti alla “vigilanza” durante i lavori della commissione si tende a confondere, ignorando al normativa, “vigilanza” con “interferenza”. Vien da pensare che si sia fautori del “tanto peggio tanto meglio” ma un siffatto modo di fare non può essere proprio di chi opera nel mondo della Scuola e ne conosce i risvolti e le regole”. (Dr. Guido Di Stefano).
“Il Coordinamento Regionale dei Dirigenti Scolastici del Concorso 2006 – riprende il comunicato – hanno deciso di intraprendere le seguenti attività: sabato pomeriggio alle ore 16.00 incontreremo il presidente Lombardo al quale chiederemo che, nella sua qualità di massima Autorità Istituzionale della Regione, si faccia carico dei gravi rischi che corre la Scuola siciliana; giorno 2 dicembre alle ore 10.00 andremo tutti a Roma al Ministero dell’Istruzione per discutere sulle decisioni che il Governo vorrà approntare per risolvere questa triste e paradossale vicenda. Chiamiamo le forze sindacali della scuola e le forze politiche e culturali a condividere l’iniziativa volta a dare soluzione positiva all’istanza dei 426 Dirigenti Scolastici che pur non essendo accusati di nulla, di non essersi potuti difendere in alcuna sede, stanno per ricevere un multiforme e devastante danno, in immagine, in posizione giuridica e professionale, in delegittimazione, mentre testimoniano il valore della legalità in contesti degradati e a rischio”.

da http://www.italiainformazioni.com/giornale/scuola

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