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Concorso per Dirigenti: la sfida sul merito dei precari della scuola

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Paolo Fasce – Una lettera aperta per chiedere che il concorso per dirigenti scolastici venga aperto ai precari della scuola statale. Sig.ra Ministra dell’Istruzione On. Mariastella Gelmini, Sig.ra Presidente della Commissione VII della Camera dei Deputati, On. Valentina Aprea Gentili Signore Onorevoli, scriviamo a voi in rappresentanza del Comitato Precari Liguri della Scuola, e informiamo di questa nostra richiesta le O.O.S.S., ivi inclusa l’A.N.P., le forze politiche e culturali, e il Presidente della Camera On. Gianfranco Fini che in data giovedì 14 febbraio ha parlato di “opportunità per i giovani” nell’ambito di un necessario patto tra le generazioni. In queste settimane quasi tutte le Organizzazioni Sindacali e moltissime associazioni di categoria (dall’ANP all’UCIIM, dalla CGIL allo SNALS, dalla CISL all’ANOD) promuovono corsi di formazione, sotto forma perlopiù di Master Universitari, preparatori al concorso per Dirigenti Scolastici che, evidentemente, molti ritengono imminente. Chiediamo di allargare la platea degli aventi diritto prendendo atto della situazione reale nell’ambito scolastico che vede assunzioni parcellizzate annualmente e l’ultimo concorso a cattedre bandito nel 1999, quello precedente del 1990, mentre prima ne abbiamo avuti nel 1984 e nel 1982. In buona sostanza, i più di centomila precari italiani attualmente in servizio sarebbero esclusi da detto concorso in quanto assunti a tempo determinato, pur avendo maturato assunzioni pluriennali, spesso superiori ai cinque anni di onorato servizio alle dipendenze dello Stato necessari agli “insegnanti di ruolo”. Chiediamo pertanto che i requisiti per partecipare al concorso per Dirigente Scolastico siano i seguenti: 1.Cinque anni di servizio nelle Scuole Statali. 2.Venga riconosciuto il titolo SSIS equipollente a due anni di servizio nelle Scuole Statali. 3.Vengano valorizzati i titoli accademici (Dottorati, Assegni di Ricerca, pluri-abilitazioni conseguite secondo le diverse mode che la fantasia del legislatore ha concretato nell’ultimo decennio, Master e Corsi di Perfezionamento universitari, seconde lauree). 4.Venga valorizzato l’autoaggiornamento anche non accademico (m@t.abel, partecipazione a seminari, tavole rotonde, convegni…). 5.Vengano valorizzate le pubblicazioni culturali e scientifiche. Relativamente al punto 1 si nota il fatto che la presenza di tanti precari nella scuola italiana è ben lungi dall’essere una colpa degli insegnanti assunti a tempo determinato, ma gli insegnati precari italiani, per la stragrande maggioranza plurititolati, offrono le proprie competenze allo Stato che necessita di loro in quanto se ne serve per erogare un servizio garantito dalla Costituzione Italiana. Esiste numerosa giurisprudenza in merito alle discriminazioni subite dagli insegnanti precari, spesso vittoriosi nelle opportune sedi giudiziarie anche nei confronti del MIUR. Una volontà politica limpida in tal senso eviterebbe contenziosi e darebbe un’immagine di sana competitività a concorsi che, senza un numero significativo di partecipanti, diffusi sul territorio, qualcuno potrebbe ritenere essere “apparecchiati”. Relativamente al punto 2, ci pare evidente che debbano essere ricompensati i sacrifici economici e gli oneri formativi di chi ha frequentato le Scuole di Specializzazione (con ingresso a numero chiuso), allorquando figure analoghe di specializzazione post laurea (si vedano i medici in particolare) hanno trattamento ben diverso (borse e salari). Relativamente al punto 3 si vuole mettere in rilievo il fatto che un eccessivo peso concorsuale agli anni di servizio, magari come vicario del Dirigente Scolastico, rende questi concorsi poco aderenti ai meriti reali, essendo “dopati” dall’età dei partecipanti. Occorre invece, all’interno di un patto tra generazioni come in qualche modo evocato dall’On. Fini, valutare tutti quei titoli, ivi inclusi i Master di I livello, resi necessari per “galleggiare nelle graduatorie ad esaurimento”, che rischiano di non valere niente in eventi siffatti. Si pretende dagli insegnanti precari massima preparazione e aggiornamento, gli insegnanti precari pretendono a parziale compensazione che questa preparazione pesi al momento opportuno, come quello di cui stiamo discutendo, e che tali titoli non vengano cancellati dai nostri padri e dai nostri zii solo perché la generazione precedente a quella degli insegnanti precari si trova nelle stanze dei bottoni. Relativamente al punto 4, risulta evidente che potare dalla valutazione dei titoli i sacrifici fatti da quei docenti che si sono aggiornati anche in ambito non accademico, certi che l’unico ritorno sarebbe stato di tipo professionale, appare demotivante, mentre valorizzare a posteriori atteggiamenti virtuosi, ci sembra più lungimirante che generoso. In generale ci permettiamo alcune considerazioni. Di certo questa proposta è sinergica ad un più veloce smaltimento delle Graduatorie ad Esaurimento, anche se numericamente sarà poco significativa, avrebbe l’indubbio significato di mostrare una certa attenzione, concreta, sul tema del merito, tanto caro alla maggioranza di Governo. I concorsi per selezionare i Dirigenti Scolastici sono aperti agli insegnanti assunti a tempo indeterminato che abbiano lavorato in tale situazione per cinque anni. Essendo l’età media degli insegnanti italiani di ruolo superiore ai cinquant’anni (mentre quella dei precari è di quarant’anni) detta procedura ha un effetto perverso. Quello di selezionare dirigenti spesso già parecchio anziani, desiderosi esclusivamente di miglioramenti pensionistici, che essendo a fine carriera non assicurano continuità e quindi un’identità ad un istituto scolastico. In questo modo si danneggia l’autonomia scolastica che non ha tempo di sbocciare ed affermarsi nelle dovute forme sul territorio. È noto il fatto che, quando si fa una selezione su un insieme più ampio, è garantita statisticamente una qualità migliore dei vincitori. Accogliendo la nostra proposta i concorrenti ai concorsi saranno mediamente più giovani e, di conseguenza, lo saranno anche i vincitori. Certi di una vostra attenta considerazione e speranzosi di una vostra sincera e convinta adesione, ci è gradita l’occasione per augurare buon lavoro.

da orizzontescuola

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