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Arretrati agli insegnanti di religione: la grande manipolazione giornalistica

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   E’ davvero stupefacente come i giornali “Repubblica”,  “l’Unità” e “La Tecnica della scuola” siano riusciti a trasformare una notizia di legittima applicazione di una norma in una polemica che riprende toni a dir poco obsoleti.
   I tre articolisti riportano con assoluta certezza: che tali provvedimenti riguarderanno tutti i docenti di religione di ruolo e non di ruolo (l’Unità); che  il provvedimento sarà applicato a partire dal gennaio 2003; che  l’incremento del 2,50% corrisponde a tre scatti (La Tecnica della scuola); che  è una cosetta di non poco conto in quanto porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto (Repubblica).
   Insomma sembra che i tre autori facciano a gara a chi la spara più grossa. Ma incominciamo a precisare.

  1. I docenti di religione senza ricostruzione di carriera hanno – sin dal 1980 (legge 312/1980) beneficiato degli aumenti biennali nella misura del 2,50% sullo stipendio base.
  2. Dal 1° gennaio 2003 il CCNL scuola ha conglobato lo stipendio e l’indennità integrativa speciale (IIS) in un’unica voce stipendiale.
  3. Ne discende che, avendo unificato lo stipendio e l’IIS, è  naturale che il 2,50% venga calcolato sulla nuova voce stipendiale (stipendio base + IIS).
  4. Il MEF, dopo attenta riflessione, ha riconosciuto legittima la richiesta di calcolare il 2,50% sulla nuova voce stipendiale.
  5. I docenti di religione NON di ruolo percepivano – anche prima di tale accoglimento – ogni biennio il 2,50% sulla retribuzione base, che si traduceva nella busta paga in 40,26 euro mensili per i docenti di scuola dell’infanzia e primaria, mentre per quelli di scuola secondaria superiore in 43,69 mensili.
  6. Il riconoscimento del calcolo del 2,50% sull’indennità integrativa speciale (IIS) si tradurrà in termini economici in 13,30 euro mensili per i docenti di scuola dell’infanzia e primaria, mentre per quelli di scuola secondaria superiore in 13,46 mensili.
  7. Non c’è che dire: un bel gruzzoletto (sic!), specie se si considera  che bisognerà recuperare tre bienni! Forse non si vorrebbero dare gli arretrati ai docenti di  religione? Ma ogni lavoratore ha diritto alla retribuzione! Oppure per i soli docenti di religione è un diritto che può tranquillamente essere disatteso?

   In conclusione. Abbiamo sempre sostenuto che anche per gli altri docenti precari della scuola italiana dovrebbe essere prevista, non solo l’attribuzione degli aumenti biennali, ma anche la ricostruzione di carriera. Noi siamo per estendere il beneficio a tutti i precari, non per toglierlo a qualcuno, come invece ritengono giusto le illustri testate di cui sopra.
   Trovo interessante la citazione dalla “Lettera ad una professoressa” (Don Milani): “ Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia” . E noi non siamo avari!

Berardo Ferrini

 da snadir it

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