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Il tabù dello sciopero degli scrutini

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Ultima settimana di scuola per la maggior parte degli studenti, mentre in Emilia Romagna, Calabria e Trento, i loro compagni sono già in vacanza.

Non sarà però una settimana tranquilla, perché gl insegnanti sono chiamati dai sindacati di categoria a protestare o scioperare contro i tagli, presenti e passati, delle manovre finanziarie del Governo.

I sindacati hanno organizzato un nutrito pacchetto di proteste, muovendosi con iniziative diverse sul territorio, tra manifestazioni e scioperi.

Cobas, Cub e movimenti dei precari hanno deciso lo sciopero degli scrutini a scacchiera, cominciando dalle regioni che hanno già concluso le lezioni e continuando nelle altre fino al termine di questa settimana e l’inizio della prossima.

Gli scioperi saranno accompagnati da manifestazioni davanti al Ministero della Pubblica istruzione (il 14 giugno) e agli Uffici scolastici provinciali e regionali.

Lo sciopero degli scrutini è materia condizionata dalla legge sui servizi minimi essenziali; l’effettuazione degli scrutini non può andare oltre il limite di un rinvio di cinque giorni.

Gli scrutini per le classi di esame sono interdetti, ma, a quanto sembra, i sindacati di base sono pronti ad intervenire anche su quegli scrutini.

Si profila nei prossimi giorni una situazione delicata per i dirigenti scolastici che devono gestire questa conclusione dell’anno scolastico nel rispetto della legge e del diritto degli alunni e nel contempo non violare il diritto di sciopero dei loro insegnanti.

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