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UNIVERSITÀ A NUMERO CHIUSO, SI CAMBIA: TEST AD APRILE E NIENTE PIÙ “BONUS” MATURITÀ

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La doppia modifica sarebbe contenuta nel decreto in via di pubblicazione. La soluzione, che accontenta gli studenti a metà, annunciata dal ministro dell’Istruzione Carrozza dalle pagine di un quotidiano nazionale: proporremo per tutti la tempistica adottata quest’anno con i test di medicina in inglese, quindi considerare il voto agli Esami di Stato non ha più senso.
L’anno prossimo i test di accesso alle università a numero chiuso potrebbero essere anticipati ad aprile, come avviene oggi negli atenei privati. E si tratta più di un’ipotesi. Perché ad annunciarlo è stato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, attraverso un’intervista al quotidiano “Repubblica”.
Il responsabile del Miur ha motivato la volontà di collocare le selezioni tra i quattro ed i cinque mesi prima di quanto avviene oggi, all’inizio di settembre, la collocazione odierna è “in ritardo rispetto ai tempi delle università europee e gli studenti devono prepararsi per tempo alle scelte universitarie. Per il 2014 stiamo lavorando su un’ipotesi di anticipazione ad aprile. Accade già con i test di medicina in inglese. In questo caso, il voto di maturità non può aver valore visto che la maturità deve essere ancora affrontata”.
L’intenzione del ministro dovrebbe essere formalizzata già nel decreto che verrà pubblicato mercoledì prossimo, 12 giugno.
Il nuovo testo, quindi, non conterrebbe più nemmeno il bonus dell’esame di Stato, riservato agli studenti che hanno conseguito almeno 80/100 alla maturità, perché secondo Carrozza “il meccanismo é iniquo”. Una notizia che farà sicuramente piacere alla Lega Nord, che da alcuni giorni sta producendo un forte pressing in questa direzione.
Il Ministro ha aggiunto che il numero chiuso “in Italia è necessario”, poiché “l’accesso ad alcune professioni va contingentato rispetto ai bisogni del paese” e inoltre “é legato alla disponibilità di attrezzature: non si può aumentare indiscriminatamente il numero degli studenti, ogni ragazzo ha diritto a un insegnamento di qualità”, osserva Carrozza, che non esclude la possibilità di spostare il test di ingresso al secondo anno, anche se “questa riforma richiederebbe un periodo lungo”.
Nell’intervista Carrozza ribadisce l’intenzione di restituire agli atenei “i trecento milioni del fondo ordinario portati via dal governo Monti. Con quelli l’università è al limite della sopravvivenza, senza va sotto. Non so dove prenderò i soldi – conclude Carrozza – ci sto lavorando in questi giorni. Sarà il prossimo annuncio: le fonti per il rilancio della scuola pubblica italiana”.
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