Ascani, ecco il mio piano combattere il precariato: accesso al ruolo con tirocinio e concorso.
Ripensare al metodo di reclutamento del personale docente. Anna Ascani apre un nuovo fronte di dibattito nella scuola italiana partendo da come si dovrà selezionare nel prossimo futuro il corpo insegnante. La vice minsitra dell’Istruzione ha infatti esposto il proprio pensiero in un lungo articolo pubblicato sull’Huffington Post. In partiolare la Ascani ha sottolineato la necessità di rivedere le procedure concorsuali.
Sotto accusa per la Ascani sono le vie di accesso attuali all’insegnamento. Ritenute troppe e difficoltose che, a volte, hanno danneggiato questa categoria professionale invece di farne gli interessi o tutelarne i diritti.
“Ora che stiamo lavorando alla ripartenza della scuola a settembre, predisponendo azioni e interventi che consentano un ritorno alla didattica in presenza nel rispetto dei protocolli di sicurezza che l’emergenza sanitaria ha imposto, è opportuno ripensare anche ad un modello di formazione e reclutamento stabile nel tempo.
Settembre non può e non deve essere un punto di arrivo, ma va immaginato come un nuovo punto di partenza, adesso che abbiamo messo finalmente a fuoco tutte le criticità del sistema e che possiamo avere, anche grazie a quanto arriverà dall’Europa, le risorse che servono per ripensare spazi di apprendimento, laboratori, strutture, formazione, etc. Almeno 10 miliardi vanno investiti in questa direzione se vogliamo rendere credibile la nostra azione e tradurre in fatti le parole spese in queste settimane”.
Per la Ascani esiste un modello perseguibile che può ottimizzare il percorso di accesso, senza mortificare le aspettative di chi intraprende la professione dell’insegnante.
“Occorre, senza ulteriori tentennamenti, definire un nuovo sistema per l’accesso all’insegnamento, prevedendo innanzitutto una periodicità certa e stabile per l’accesso al ruolo dei nuovi docenti, ed un percorso che unisca una formazione iniziale, in larga parte svolta attraverso il tirocinio a scuola, ed una successiva procedura concorsuale. Riducendo sicuramente i tempi previsti dal D.Lgs. 59/17 per il percorso formativo ed anche prevedendo forme retributive per i tirocinanti.
All’epoca questo modello non è stato portato avanti per una precisa volontà politica, ma è a questo che dobbiamo puntare se veramente vogliamo dare ai nostri insegnanti il giusto e doveroso riconoscimento del loro valore e del loro ruolo. Concretamente e costantemente, senza appellarci in via solo teorica alla loro passione e alla loro dedizione. Questo impianto avrebbe il merito di rivoluzionare il sistema di reclutamento legandolo indissolubilmente alla formazione (iniziale e in itinere, sempre più necessaria, ce ne siamo accorti tutti con evidenza durante questa pandemia) e dando regole certe e univoche”.
