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Scuola, servono 260.000 supplenti: Gps e Call veloce hanno fatto flop. Azzolina: cattedre coperte entro il 24

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messa a disposizioneIl grande vuoto: la ripartenza della scuola, seppur parziale, ha evidenziato il buco enorme esistente. Mancano i docenti, ne mancano in centinaia di migliaia, e difficilmente si riuscirà a risolvere il problema in pochi giorni. Le graduatorie provinciali, su cui aveva puntato fortemente la Azzolina, si stanno rivelando un pozzo senza fine di errori e di ricorsi amministrativi. I pensionati vengono sostituiti con sfibrante lentezza e sono migliaia gli istituti che sono partito con un orario ridotto di quattro ore e non si ipotizza un allargamento delle lezioni per il prossimo mese. Il primo dato che mostra il fallimento delle politiche di arruolamento scolastico per il 2020-2021 è quello degli assunti in pianta stabile. I dati sono praticamente fermi. Quest’anno su 84.808 assunzioni determinate dal governo, alla fine ne sono state fatte 24.400: il 28,8 per cento. Di docenti in ruolo, si vede, mancano 60 mila insegnanti. A questi si aggiungono i pensionati che dal primo settembre scorso sono stati 39.000, superiori alle previsioni del ministero dell’Istruzione.

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Rivolti a docenti che intendono aggiornarsi e arricchire le proprie competenze.

Pino Turi, segretario della Uil scuola, prova un consuntivo: “Secondo le nostre stime saranno 260.000 i supplenti della stagione, sarà questo il fabbisogno minimo per garantire il tempo scuola”. La Cisl nei suoi conteggi indica un numero minimo di 212.000 docenti a tempo determinato da trovare, “e questa cifra potrà solo crescere nel corso dell’anno”.  Le Gps e la call veloce per i sindacati  non solo non hanno aiutato il reclutamento, ma lo hanno affaticato facendo spostare in avanti le emissioni in ruolo. “Le graduatorie hanno aumentato la mobilità tra le regioni e, zeppe di errori, quarantamila quelli fin qui riconosciuti, sono diventate un quotidiano motivo di contenzioso in tutto il Paese. La speed call ha portato a 2.500 spostamenti di precari in tutto.

Dare un’occhiata veloce ai numeri del territorio rende ancor più evidente il disagio.  In Piemonte mancano 20.000 ruoli, il provveditore Fabrizio Manca ha detto che si faranno entro fine settembre (e non entro il 24). A Treviso la quantità di errori da correggere ha fatto slittare le prime nomine ad oggi. A Vicenza siamo alla seconda sistemazione di punteggi sbagliati: la convocazione sulle materie deve ancora partire. In provincia di Firenze nessuna scuola è partita con orario pieno e cattedre coperte, piuttosto nuove classi pollaio.In Molise, di fronte ai precari si stanno sfornando nomine anche di notte. A Palermo la dead line è indicata in venerdì prossimo. In questo quadro la Regione Calabria intende portare ancora più avanti la data di riapertura: per gli istituti sede di seggio elettorale, la maggioranza propone di partire lunedì 28 settembre.

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Fonte:oggiscuola.com

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