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Addio didattica a distanza, arriva la Ddi: una nota ministeriale detta nuove norme. Insegnante in quarantena dovrà lavorare

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Corsi di perfezionamento per docentiAddio didattica a distanza, arriva la Ddi: una nota ministeriale detta nuove norme. Insegnante in quarantena dovrà lavorare.

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La Dad cambia nome, non più didattica a distanza bensì didattica digitale integrata: il cambiamento con annesse nuove norme contrattuali è stato reso noto da una nota del capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Marco Bruschi. Una decisione contestata, anche in virtù del mancato rinnovo del contratto collettivo integrativo e che ha spaccato il fronte sindacale: per ora lo hanno firmato Cisl e Anief. Critici Flc-Cgil, Uil, Snals e Gilda. .

Ma cosa cambia il la Ddi? Nessuno sconto sul piano didattico deliberato a inizio d’anno: dovrà essere seguito. Si consigliano poi lezioni che non durino 60 minuti, si ricordano i 10 milioni aggiuntivi per i device e la connettività per non perdere nessuno studente, ma nemmeno i professori (computer in comodato d’uso ai precari). Infine, si danno indicazioni sul lavoro in quarantena: il docente contagiato è in malattia, ovvio. Ma se sono stati trovati suoi studenti positivi al Covid ed è in salute, solo in quarantena con sorveglianza attiva (la misura per cui un operatore sanitario si accerta delle condizioni di salute) o in isolamento fiduciario deve insegnare a distanza.

Nei casi di quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario, il lavoratore, che non si trovi comunque nella condizione di malattia certificata, svolge la propria attività in modalità agile” recita la circolare di Bruschi. Anche l’Inps, viene ricordato, “ha evidenziato che lo stato di quarantena non configura un’incapacità temporanea al lavoro per una patologia in fase acuta tale da impedire in assoluto lo svolgimento dell’attività lavorativa”. Ne deriva che, “fino all’eventuale manifestarsi dei sintomi della malattia, benché il periodo di quarantena sia equiparato al ricovero ospedaliero, il lavoratore non è da ritenersi incapace temporaneamente al lavoro ed è dunque in grado di espletare la propria attività professionale in forme diverse”.

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La quarantena con sorveglianza attiva è predisposta dalla Sanità pubblica per “monitorare l’eventuale insorgenza dei sintomi della malattia”. Il periodo è di 10 giorni dalla data individuata dal provvedimento sanitario che la dispone. “Occorre precisare – si legge nella circolare – che la condizione del personale posto in quarantena con sorveglianza attiva non è assimilabile a quella del personale effettivamente contagiato da Covid-19, il quale, a prescindere dalla gravità della sintomatologia, in nessun caso può prestare attività didattica o educativa, neanche dal proprio domicilio”. Se l’intera classe del docente è in quarantena con sorveglianza attiva al pari del docente stesso il preside disporrà la didattica a distanza. E lo farà anche per i colleghi del docente, che non sono in quarantena, e che dovranno insegnare a quella classe collegandosi da scuola.

Ma se è solo il docente che è a casa e la classe a scuola come si fa? L’insegnante fa lezione collegato al computer, ma occorre che gli alunni in aula siano sorvegliati. Vietato ricorrere ai bidelli per vigilare sugli alunni. Bruschi indica quattro trade: il ricorso alla compresenza, dove prevista, di un docente; l’utilizzo del cosiddetto organico potenziato, quei docenti in più assegnati alle scuole; aggregare le discipline per utilizzare insegnanti di altre materie; se mancano risorse inerne alla scuola il preside può attivare supplenze brevi. Si può ricorrere al docente di sostegno? “Esclusivamente a orario settimanale invariato e nelle classi di cui siano effettivamente contitolari, sempre che non vi siano particolari condizioni ostative, legate alla necessità di gestione esclusiva degli alunni con disabilità loro affidati”. I quali devono fare scuola in presenza.

Fonte: oggiscuola.com

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