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L’Oms e l’Unesco danno ragione alla Azzolina: la scuola deve riaprire, chiuderla è un danno

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L’Oms e l’Unesco danno ragione alla Azzolina: la scuola deve riaprire, chiuderla è un danno.

Nella giornata di ieri, la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha incontrato in videoconferenza i rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’UNESCO per un confronto sull’evoluzione della pandemia in ambito scolastico. Ad accompagnarla, per l’Italia, anche il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza, Agostino Miozzo, il Presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani e il Direttore dell’Inail, Sergio Iavicoli. Presenti anche il direttore regionale per l’Europa, Hans Kluge, il direttore vicario dell’Oms, Ranieri Guerra e per l’UNESCO il Direttore delle Politiche per l’apprendimento permanente, Borhene Chakroun.

Ciò che emerso è che l’Oms e l’Unesco sono dalla parte della Ministra sulla riapertura delle scuole: un’importante presa di posizione da parte di due tra le più importanti organizzazioni mondiali che si occupano di salute, educazione, scienza e cultura che riportano in prima linea le conseguenze della chiusura delle scuole in termini di impatto psicologico e di dispersione scolastica.

I due enti ribadiscono che i contagi nelle scuole sono limitati, che la trasmissione tra gli studenti avviene soprattutto fuori da scuola e che la probabilità di contagio risulta più bassa nei bambini.
Si rende subito manifesta, dunque, la necessità di rendere i provvedimenti restrittivi per le attività didattiche limitati e circoscritti alle zone che, in concreto, richiedono maggiore prudenza.
Da parte dell’Oms è stata sottolineata l’importanza del mantenimento della didattica in presenza: “Possediamo una vasta gamma di pratiche nazionali per inseguire il virus senza perseguitare le persone – dichiara l’Oms – Siamo stati in grado di garantire un apprendimento sicuro per i nostri figli mantenendo la stragrande maggioranza delle scuole aperte per quasi cento giorni consecutivi”.

“Ho chiesto questo incontro con l’Oms e l’Unesco – spiega la Azzolina – per avere un confronto sulle misure intraprese dai diversi Paesi in ambito scolastico e sulle evidenze scientifiche legate sia al contagio in età scolare che ai rischi collegati alle chiusure. È un nostro dovere garantire un’istruzione di qualità alle nostre studentesse e ai nostri studenti. Quando le regole sono rispettate, le scuole sono fra i luoghi più sicuri per i nostri ragazzi. Come Ministra sono convinta che dobbiamo fare ogni possibile sforzo per tenere le scuole aperte”.

Il Fatto Quotidiano però sottolinea come sia difficile a oggi reperire dati aggiornati. In effetti tre settimane fa Silvio Brusaferro, aveva annunciato un focus sulla scuola che a oggi non è ancora arrivato: “La curva che noi oggi abbiamo di crescita è analoga a quella della popolazione generale ma è altrettanto vero che stiamo collaborando strettamente con il ministero dell’Istruzione per analizzare i dati e per poter fornire un’analisi un po’ più dettagliata che uscirà nelle prossime giornate anche per manifestare la massima attenzione e per fare in modo di tutelare da una parte il funzionamento della scuola dall’altra la salute di tutta la popolazione”.
I dati pubblici sui contagi tra i bambini sono spariti e come sottolinea il giornale le fonti del ministero confidano che la difficoltà sia quella di reperire le informazioni dalle Asl sui tamponi.

I dati più recenti sembrano essere quelli della Società Italiana di Pediatria:
“Sono 126.622, pari a circa il 12% dei contagiati, i bambini e gli adolescenti che durante la pandemia sono risultati positivi al Covid-19, di cui 36.622 nella fascia 0-9 anni e 90mila nella fascia 10-19 anni (fonte: Istituto Superiore di Sanità). Sinora la maggior parte di loro ha manifestato forme cliniche lievi, con un tasso di letalità fortunatamente bassissimo ma, se i contagi dovessero aumentare ulteriormente, anche i soggetti in età evolutiva, soprattutto quelli fragili con patologie preesistenti, potrebbero andare incontro a problemi di salute più importanti.”

 

 

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Fonte: Ansa

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