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Catania G20 al via: al Monastero dei Benedettini Bianchi e gli altri Ministri del mondo. Nel pomeriggio la conferenza stampa.

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Catania G20 al via: al Monastero dei Benedettini Bianchi e gli altri Ministri del mondo. Nel pomeriggio la conferenza stampa.

E’ iniziato il G20 dell’Istruzione. Alle ore 10 il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha accolto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi all’ingresso del Monastero dei Benedettini, sede dove si svolgeranno i lavori stamattina (a porte chiuse) e domani.

Per due giorni la città etnea sarà al centro del dibattito delle politiche sull’istruzione e sul lavoro con il confronto di 20 tra i ministri di vari Paesi del mondo: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Russia, Sud Africa, Arabia Saudita, Spagna, Sud Corea, Turchia, Regno Unito, Usa e Unione europea.

Ma cos’è il G20 dell’Istruzione?
Catania G20 è il forum internazionale che riunisce le principali economie del mondo.
I Paesi che ne fanno parte rappresentano più dell’80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta. Nel 1999, a seguito della crisi economica del 1997, i Ministri delle Finanze del G7 annunciarono la creazione del “Gruppo dei 20”, con l’obiettivo di coinvolgere altri Paesi nelle discussioni sull’economia e la finanza globale.

Ma quali saranno i temi di cui si parlerà?
Principalmente la povertà educativa, la transizione dall’istruzione al lavoro, con attenzione ai giovani, la Dad e il lockdown.
Riguardo il primo tema, nel corso dei lavori della Presidenza italiana, il Gruppo di lavoro Istruzione si è concentrato sulle politiche e sugli interventi messi in atto per contrastare la crisi educativa causata dall’emergenza sanitaria, come ad esempio tutte le forme di didattica blended che hanno consentito di coniugare la didattica in presenza con quella a distanza.
Andando ad analizzare nel dettaglio la dimensione maggiormente legata all’alfabetizzazione digitale, un’indagine di Save the children ha rivelato che circa il 10% degli studenti che hanno partecipato all’indagine pilota non è in grado di riconoscere una password di sicurezza media o elevata. L’11% invece non sa condividere uno schermo durante una chiamata con zoom. Il 32.8% non è invece capace di inserire un link interattivo in un file di testo ed il 29.3% di scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola.

Quanto alla Didattica a distanza, alcuni minori che vivono in famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico, pare abbiano dovuto studiare in abitazioni sprovviste di connessione veloce, o affollate, facendo i conti con la mancanza di tranquillità, che crea un ulteriore svantaggio. Si stima che nel nostro Paese circa il 41,9% dei minori abbia vissuto il periodo di lockdown in abitazioni sovraffollate.

Nel pomeriggio alle 17:20 Bianchi esporrà ciò di cui si è dibattuto in una conferenza stampa.

 

 

 

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Fonte: https://www.tecnicadellascuola.it/

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