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Ha ragione la Flc-Cgil: “La scuola in presenza non si fa con i proclami, occorrono investimenti immediati”

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ROMA. Si registra soddisfazione nel mondo della scuola per l’approvazione definitiva, da parte della Camera dei Deputati, della Legge di Bilancio che (per il 2022) prevede uno stanziamento di oltre 900 milioni di euro per il settore dell’Istruzione. “Continuiamo a investire per potenziare la scuola, migliorare le infrastrutture e la qualità del nostro sistema di istruzione” ha sottolineato il Ministro Patrizio Bianchi ieri (giorno dell’approvazione) aggiungendo che “con la legge di bilancio stanziamo più di 900 milioni per la scuola, che vanno ad aggiungersi agli oltre 17 miliardi previsti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Risorse che consentono di affrontare gli impegni nell’immediato, come l’emergenza sanitaria e la valorizzazione del personale, e gli investimenti nel medio e lungo periodo. Il passaggio parlamentare e il lavoro svolto insieme ai gruppi ci hanno consentito di potenziare alcune misure e aumentare i fondi a disposizione del settore Istruzione. Le scuole -ha dichiarato il ministro Bianchi- avranno a disposizione 400 milioni per prorogare i contratti del personale aggiuntivo, sia insegnanti che ATA, assunto temporaneamente per fronteggiare l’emergenza sanitaria; con 300 milioni alimenteremo il fondo per la valorizzazione dei docenti. Ma ci sono anche altre misure significative, come i 20 milioni per il supporto psicologico di studentesse e studenti e del nostro personale.”
A sollevare il problema, o meglio la necessità di “investimenti immediati nel mondo della scuola” è stata qualche giorno fa la Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL che aveva acceso i propri riflettori sulla “scuola in presenza” ritenendo  che essa “non si fa con i proclami, ma occorrono investimenti immediati”. E dopo aver esordito in un proprio comunicato stampa del 28 dicembre scorso con una significativa frase (“Sbagliando s’impara”, dice un saggio proverbio popolare sconosciuto a Palazzo Chigi e in Viale Trastevere) la Flc-Cgil aveva reso noto che avevano “ripetutamente indicato al governo Draghi e al Ministro la necessità di investire in sicurezza mediante il distanziamento e gli screening, ma vediamo che si ostenta sicurezza sulla riapertura delle scuole in presenza, non considerando l’aumento esponenziale dei contagi tra gli studenti (+43% nella fascia 0-9 anni, + 26% nella fascia tra i 10 e 19 anni rispetto a settembre) in modo dogmatico per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sull’ostinata inerzia con cui il governo ha affrontato il problema della sicurezza nelle scuole per garantire il diritto allo studio. Nonostante una disponibilità economica senza precedenti -sostengono dalla Flc-Cgil- nulla si è investito per: eliminare l’affollamento nelle aule (anzi si è tolto il vincolo di 1 metro dello scorso anno), aumentare il personale per sdoppiare le classi e migliorare l’igienizzazione delle aule (anzi si è tagliato sul personale cosiddetto “covid”), risolvere il problema dei trasporti, instaurare presidi sanitari all’interno delle scuole prevedendo screening permanenti con cui effettuare il monitoraggio e programmazione delle scelte, ecc.. Questi i contenuti che, in preparazione di questo complicato anno scolastico, già nell’agosto 2021, la FLC CGIL aveva chiesto al momento del rinnovo dell’accordo sulla sicurezza, ribadendo al governo Draghi e al ministero l’oggettiva necessità di investire nella scuola. Per avere una scuola in presenza per tutti in modo continuativo -sottolineano nella loro nota, i responsabili di questo sindacato- non basta puntare tutto sulla opportuna campagna vaccinale già in campo, su vaccinazione volontaria degli studenti, fare lezione con le finestre aperte in pieno inverno, oppure fare “un saldo di fine anno” sulla durata della quarantena, occorre uscire dallo stato perennemente emergenziale con investimenti urgenti e importanti, per poter programmare interventi strutturali che garantiscano la massima sicurezza agli oltre 8 milioni di studenti e oltre 1 milione di lavoratori che quotidianamente frequentano gli istituti scolastici. In altre parole -si legge in ultimo nel comunicato della Flc-Cgil-, bisogna dare seguito agli impegni sottoscritti con il Patto per la scuola, rivendicati nello sciopero del 10 dicembre che attualmente sono stati completamente disattesi.”
A questo punto si spera che questi 900 milioni di euro destinati al mondo della scuola consentano veramente, come ha sostenuto peraltro il Ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, “interventi nell’immediato, per l’emergenza e per la valorizzazione del personale, e interventi di medio e lungo periodo. Stiamo continuando a investire -ha detto- per dare una migliore istruzione, migliori infrastrutture ai nostri ragazzi.” Il ministro Bianchi poi conclude con una propria rassicurazione: “Lavoriamo per il presente e per il futuro”. Ovviamente, noi non possiamo che salutare positivamente questi buoni propositi, auspicando che sia proprio così e non siano i soliti proclami politici di chi ci governa. Quello che è stato fatto è doveroso verso il mondo della scuola, non è un’azione da considerare eccezionale, ma semplice normalità per un settore, quello scolastico, che certamente non va trascurato, anzi… va costantemente curato e incentivato, personale compreso. Salvo Cona

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