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CCNL scuola, prima ‘gatta da pelare’ per il nuovo governo Meloni

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Aumenti stipendi del personale scolastico e rinnovo contratto scuola: prima grana per il nuovo governo Meloni.

Rinnovo contratto scuola, per il nuovo governo Meloni ci sarà subito da risolvere il problema legato al rinnovo del contratto scuola, università e ricerca che, dopo l’ultimo stanziamento disposto dal governo Draghi, si è ancora una volta ‘impantanato’ all’Aran: la trattativa, partita il mese di maggio scorso, è ancora ferma sugli aspetti ordinamentali.

Aumenti stipendi e rinnovo contratto scuola, la prima grana da risolvere per il nuovo governo Meloni

Mentre si attende di conoscere quale sarà la ‘squadra’ di governo preparata dalla (probabile) premier Giorgia Meloni e, di conseguenza, conoscere il nome del nuovo ministro dell’Istruzione che prenderà il posto di Patrizio Bianchi, si sa già che la ‘patata bollente‘ riguardante gli aumenti di stipendi per il personale scolastico sarà consegnata nelle mani del nuovo governo.

Come sottolinea l’edizione odierna di ‘Italia Oggi’ (martedì 4 ottobre), l’incremento medio a regime dovrebbe essere di circa 105 euro lordi, circa 20 euro in più rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio 2021.

Aran: ‘Vogliamo arrivare alla firma del CCNL entro fine anno’

Il presidente Aran, Antonio Naddeo, ha sottolineato come sia nell’interesse di tutti procedere velocemente con la trattativa, per arrivare alla firma del CCNL entro la fine dell’anno. Considerando che il nuovo governo dovrebbe giurare intorno al 20 ottobre, i tempi sono particolarmente ristretti, anche e soprattutto tenendo conto del fatto che il nuovo esecutivo dovrà subito mettersi al lavoro per la nuova legge di bilancio 2023. D’altro canto, Giorgia Meloni ha già chiarito che, tra i suoi principali obiettivi, ci sarà quello di tenere i conti pubblici sotto controllo e di non essere, di conseguenza, d’accordo su eventuali scostamenti di bilancio.

L’orientamento della Nadef

La Nadef (la Nota di aggiornamento al Def) ha già messo in chiaro le cose: ‘l’andamento dei salari pubblici non andrà ad aggravare la spinta inflazionistica’. Di fronte a questo scenario, appare utopistico che la nuova manovra finanziaria possa prevedere nuove risorse per il rinnovo di contratto che, per altro, ancor prima di essere firmato è già ‘scaduto’. Si preannuncia, quindi, un autunno particolarmente ‘caldo’, sul fronte politico, per tutti: per i sindacati e soprattutto per il nuovo governo. Peccato che a farne le spese siano sempre, costantemente, le buste paga dei lavoratori della scuola.

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