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UIL SCUOLA. Dieci alunni per classe e docente tutor, d’aprile: prima chiudere le partite in corso

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ROMA. La UIL Scuola ha comunicato oggi, martedì 10 gennaio, che il tema della riduzione degli alunni per classe è un tema che interessa tutto il paese. Ma passare da 30 a 10 è un progetto troppo complesso e sperimentale. Perché non portarli a 18-20? È un traguardo possibile e per cui esistono già le condizioni. Lo dichiara il Segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, a seguito delle dichiarazioni di Valditara, che ha annunciato la sperimentazione di classi da dieci alunni in cinquanta scuole individuate da Invalsi.

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“Capisco che un istituto che ci costa 18 milioni di euro l’anno e ci è costato quasi 7 milioni di euro durante la pandemia debba trovare una mission alla quale adempiere – afferma D’Aprile -.
Credo invece che, come detto dal Ministro, dialogare con le persone che frequentano le scuole tutti i giorni e anche quelle disagiate potrebbe essere la soluzione ideale”.

Alla stampa Valditara ha, inoltre, annunciato già dal prossimo anno scolastico, l’arrivo del docente tutor in ogni classe.
“In un momento delicato, nel quale si stanno discutendo il rinnovo del contratto e il decreto Milleproroghe – sottolinea D’Aprile in merito alla proposta del ministro – sarebbe opportuno e utile chiudere prima le partite in corso e trasformare l’esistente, migliorandolo, prima di modificarlo.

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Le risorse sono esigue e solo per pochi, un concetto noto che auspichiamo non ritorni – rilancia il Segretario generale. Valorizzare l’esistente, sburocratizzare la scuola, stabilizzare il personale precario, togliere i vincoli sulla mobilità, supportare i Dirigenti Scolastici attraverso un organico ATA adeguato alle esigenze delle scuole, sono tutte azioni che siamo intenti a costruire in sede sia contrattuale che negoziale, guardando ai bisogni concreti.

Queste le misure urgenti – conclude D’Aprile – Tutto il resto, in questo momento, i cui dettagli comunque devono essere alla base di una programmazione non estemporanea ma frutto di un confronto serio e preventivo da riportare in sede contrattuale, riteniamo possa distogliere l’attenzione dalle vere emergenze della scuola italiana che necessita di concretezza e non di sola narrazione

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