Mobilità docenti 2025: la pubblicazione degli esiti dei movimenti del personale docente per l’anno scolastico 2025/2026, purtroppo, non ha lasciato tutti gli aspiranti contenti. È fondamentale per i docenti controllare attentamente l’esito della propria domanda, il punteggio attribuito e l’eventuale sede di assegnazione. In caso di errori o incongruenze, è possibile presentare un reclamo, la cui procedura è disciplinata da precise normative ministeriali e contrattuali.
Riferimenti Normativi Principali
I riferimenti normativi fondamentali per la mobilità e la conseguente procedura di reclamo per l’anno scolastico 2025/2026 sono:
- Ordinanza Ministeriale (OM) n. 36 del 28 febbraio 2025: Questa è l’Ordinanza che disciplina le procedure di mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2025/2026. Al suo interno sono specificati i termini e le modalità per la presentazione delle domande, la valutazione dei titoli e le procedure di reclamo.
- Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) concernente la mobilità del personale docente, educativo ed ATA per gli anni scolastici del triennio 2025-2028, sottoscritto in data 29 gennaio 2025: Questo contratto è la base della disciplina della mobilità e contiene, all’Art. 17, le disposizioni relative ai reclami.
Motivi per presentare reclamo contro gli esiti della mobilità docenti 2025
Un reclamo alla mobilità docenti 2025 può essere presentato in caso di:
- Errata valutazione del punteggio: Ad esempio, mancato riconoscimento di servizi, titoli (es. specializzazioni, abilitazioni aggiuntive), esigenze di famiglia o precedenze.
- Mancata o errata considerazione di precedenze: Se il docente ritiene di avere diritto a una delle precedenze previste dall’Art. 13 del CCNI (es. Legge 104/92, esigenze di salute, assistenza al familiare disabile, ecc.) e questa non è stata applicata correttamente.
- Errori materiali nella domanda: Pur essendo responsabilità del docente la corretta compilazione, in alcuni casi possono verificarsi errori di sistema o di elaborazione che possono essere contestati.
- Errata applicazione delle fasi o dei movimenti: Se il docente ritiene che il proprio movimento non sia stato calcolato correttamente secondo le fasi e le operazioni di mobilità previste.
Termini per la presentazione del reclamo per l’esito mobilità docenti 2025 e a chi indirizzare la richiesta
Il reclamo agli esiti della mobilità 2025 deve essere presentato entro 10 giorni dalla data di notifica dell’esito della mobilità. È fondamentale rispettare questo termine perentorio, pena l’irricevibilità del reclamo stesso. La richiesta va indirizzato all’Ufficio Scolastico Territoriale (UST) della provincia di titolarità o di servizio del docente in modalità digitale, preferibilmente tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), all’indirizzo dell’Ufficio Scolastico Territoriale competente.
Alcuni UST potrebbero mettere a disposizione un modello specifico di reclamo sui propri siti istituzionali. In assenza di un modello predefinito, il docente può utilizzare un proprio formato, avendo cura di indicare chiaramente:
- Dati anagrafici e di contatto del docente.
- Dati identificativi della domanda di mobilità.
- I motivi specifici del reclamo, con riferimento dettagliato agli errori riscontrati (es. punteggio non riconosciuto, precedenza non applicata).
- I riferimenti normativi (Articolo del CCNI, punti delle tabelle di valutazione) che si ritengono violati o non correttamente applicati.
- Eventuale documentazione a supporto delle proprie argomentazioni (es. copie di certificati, dichiarazioni di servizio, attestati di corsi, documentazione Legge 104, ecc.), se non già allegata correttamente alla domanda originaria o se la contestazione riguarda una loro errata valutazione.
Esame del Reclamo
L’UST esaminerà il reclamo. Le decisioni sono considerate atti definitivi (come stabilito dall’Art. 17 del CCNI Mobilità 2025/2028). Ciò significa che, in caso di accoglimento, l’Ufficio apporta le opportune rettifiche e ne dà notifica all’interessato. In caso di rigetto, la decisione è definitiva in via amministrativa, ma rimane la possibilità di ricorrere alle vie giudiziarie (TAR).