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A rischio le preiscrizioni per il prossimo anno

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Corsa del ministero per varare i decreti attuativi della riforma Gelmini in tempo utile 

Al ministero dell’istruzione ce la stanno mettendo tutta. Il catalogo dei provvedimenti attuativi della riforma della scuola, imposti dalla Finanziaria estivi e poi precisati dal piano programmatico Tremonti-Gelmini (all’esame delle commissioni di camera e senato per il via libera entro questa settimana), è pronto.

Sono tre decreti e per alcuni sono già pronte le bozze , per esempio la riorganizzazione della rete scolastica (si veda il servizio a pagina 21). Ma il rischio di non riuscire a chiudere la partita entro un mese, in modo da consentire le preiscrizioni di gennaio con la nuova scuola, dalle elementari alle superiori, già definita per il prossimo anno scolastico, è reale. Tanto che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbe pronto anche un provvedimento per rinviare le preiscrizioni di qualche settimana, almeno un mese. Il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, vuole evitare infatti che l’avvio della riforma a settembre 2009 sia complicato da ricorsi e pendenze. Nella relazione presentata dal governo in commissione cultura alla camera-in merito al piano programmatico- la Gelmini ha fatto presente quali sono i provvedimenti attuativi in corso di predisposizione. Un regolamento riscriverà la rete scolastica e la composizione delle classi, un altro gli ordinamenti relativi agli istituti dell’infanzia, alle primarie e alle medie. Per la scuola dell’infanzia non dovrebbero esserci riduzioni di personale, nonostante la possibilità che le lezioni siano concentrate nella sola mattinata. Il personale in più, infatti, dovrebbe essere impegnato per aprire nuove classi. L’attesa maggiore riguarda le elementari, con l’introduzione del maestro unico. Il governo ha precisato che il servizio sarà garantito sempre e soltanto attraverso docenti interni, niente ricorsi ad educatori esterni o a cooperative. Il tempo pieno sarà garantito nell’attuale consistenza, ovvero per 34.270 classi su 136.964, anche se il modello prevalente da applicare sarà quello delle 24 ore, ovvero del docente unico. Alle medie, invece, il tempo prolungato sarà conservato solo con il superamento delle compresenze. I licei saranno ridotti a 6, in tutti si studierà l’inglese per 5 anni. Il regolamento più delicato riguarda i tecnici e i professionali, che saranno riorganizzati in soli due settori e 11 indirizzi. L’orario scenderà da 35/36 ore a 32 la settimana. Ma il vero problema è rappresentato ai rapporti con le regioni, che rivendicano competenza in materia. Soprattutto sui professionali. È vero che i rapporti tra governo centrale e governatori regionali sono migliorati, con l’emendamento approvato la scorsa settimana al senato che ha eliminato il commissariamento per le regioni che non accorperanno le piccole scuole già per il 2009 (si veda IO del 6 novembre scorso). Ma la competenza della formazione professionale è sempre stata decisiva per le regioni. Troppo da pensare che questa volta possa bastare un solo mese per trovare un accordo sulla riforma.

Nota: ItaliaOggi – Azienda Scuola 19 del 11/11/2008

 

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