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Chiarimenti sui BES in una Nota del MIUR

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Oggetto: Piano Annuale per l’Inclusività – Direttiva 27 dicembre 2012 e C.M. n. 8/2013
Come noto, la C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 prevede che il Gruppo di lavoro per l’inclusione di
ciascuna istituzione scolastica elabori una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a
tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico. A tale scopo, il Gruppo
procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica
operati nell’anno appena trascorso […].cors idi perfezionamento
Con la presente nota si ritiene opportuno ribadire – come chiarito nel corso della Conferenza di
Servizio tenutasi a Montecatini dal 7 al 9 giugno scorsi – che scopo del Piano annuale per
l’Inclusività (P.A.I.) è fornire un elemento di riflessione nella predisposizione del POF, di cui il
P.A.I. è parte integrante. Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento
burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza
dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione
alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente
la scuola “per tutti e per ciascuno”. Esso è prima di tutto un atto interno della scuola autonoma,
finalizzato all’auto-conoscenza e alla pianificazione, da sviluppare in un processo responsabile e
attivo di crescita e partecipazione.
In questa ottica di sviluppo e monitoraggio delle capacità inclusive della scuola – nel rispetto
delle prerogative dell’autonomia scolastica – il P.A.I. non va dunque interpretato come un “piano
formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del P.O.F. (in questo caso
più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”). Il P.A.I. non è
quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma è lo strumento per una
progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul
quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le
linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta 2
lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso
della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della
gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra
docenti, alunni e famiglie.
Tali complessi e delicati passaggi – proprio affinché l’elaborazione del P.A.I. non si risolva in
un processo compilativo, di natura meramente burocratica anziché pedagogica – richiedono un
percorso partecipato e condiviso da parte di tutte le componenti della comunità educante, facilitando
processi di riflessione e approfondimento, dando modo e tempo per approfondire i temi delle
didattiche inclusive, della gestione della classe, dei percorsi individualizzati, nella prospettiva di un
miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica, il cui modello – è bene ricordarlo – è
assunto a punto di riferimento per le politiche inclusive in Europa e non solo.
In tal senso occorrerà – sia a livello di Amministrazione centrale che periferica – proseguire nel
percorso di accompagnamento già avviato, teso a promuovere specifiche azioni di formazione,
informazione e supporto per aiutare le istituzioni scolastiche a cimentarsi in questa nuova sfida,
valorizzando le esperienze delle scuole che già adesso hanno saputo organizzarsi rispettando le
scadenze indicate nella CM 8/13, affinché il P.A.I. possa entrare, in modo regolare, convinto ed
efficace nella prassi organizzativa delle nostre scuole come strumento per promuovere la vera
inclusione.
A tal fine, per questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti
collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale,
nell’ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio
di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei P.A.I. da parte delle Istituzioni
scolastiche, tenuto conto che, per le caratteristiche di complessità introdotte dalla Direttiva del 27
dicembre 2012, il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare
procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.
Resta fermo che il P.A.I. non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole, che
dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun Ambito Territoriale.
È inoltre intenzione della scrivente procedere a una raccolta delle migliori pratiche in ordine alla
definizione dei Piani in parola. A tal fine si richiede la collaborazione delle SS.LL. affinché
censiscano le proposte di P.A.I. realizzate nel loro territorio e trasmettendo copia delle rilevazioni,
unitamente ad una selezione delle buone pratiche, alla Direzione Generale per lo Studente, agli
indirizzi: dgstudente.direttoregenerale@istruzione.it e raffaele.ciambrone@istruzione.it. Tale
raccolta costituirà uno strumento utile di riflessione e condivisione per le singole realtà scolastiche.
Confidando nella sensibilità e nell’attenzione degli uffici dell’Amministrazione, si resta a
disposizione per qualunque ulteriore chiarimento e si ringrazia per la consueta fattiva
collaborazione.
IL CAPO DIPARTIMENTO
f.to Lucrezia Stellacci

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