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Didattica a distanza, scontro tra comuni, regioni e ministero

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Sulla scuola si consuma l’ennesimo strappo all’interno della politica. Non si sa fino a quanto sia vero o solo presunto.

Università
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Un anno scolastico dimezzato

La realtà che tutte le parti politiche stanno “trascurando” di raccontare è che quest’anno scolastico sarà dimezzato. Tante scuole sono, fin dall’inizio dell’anno già in Didattica a Distanza per diverse ore alla settimana, senza considerare poi i ritardi nell’assunzione dei precari che hanno costretto molte istituzioni a continuare con orari di scuola ridotti. E ora si passa alla Didattica a Distanza al 50% per le superiori in tutto il paese – con la Campania e la Lombardia che hanno deciso di arrivare al 100%.

Azzolina scrive ai governatori di Lombardia e Campania

La ministra dell’Istruzione ha scritto ai due governatori per invitarli “a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse”.

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Si tratta di una mossa che serve più ad aumentare i contatti sulla sua pagina Facebook che a risolvere qualcosa, visto poi che il governo di cui fa parte, con il Dpcm del 18 ottobre, ha lasciato alle regioni questi margini di intervento.

La risposta di Fontana

La reazione del governatore lombardo alla lettera della ministra non si è fatta attendere: “In Lombardia c’è una situazione critica, se il ministro reputa le nostre decisioni eccessive può impugnarle”. L’ultima volta che il governo ha fatto ricorso al Tar ha perso.

È successo contro la decisione della regione Piemonte di prendere la temperatura degli studenti fuori dalle scuole. E una decisione simile è stata presa dalla Campania (e in questo caso non è stato presentato alcun ricorso).

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L’opposizione dei sindaci lombardi a Fontana

Per completare questo quadro devo aggiungere anche della “animate discussioni” tra il governatore lombardo e i sindaci della sua regione riunitisi in questi giorni per dare attuazione alle misure dell’ultimo Dpcm. Diversi primi cittadini la pensano come Giuseppe Sala: “Come sindaci siamo totalmente contrari alla didattica a distanza integrale e ci opporremo”. Sul contrasto al Covid non siamo certo un modello da imitare.

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