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Prolungamento del calendario scolastico: i sindacati non ci stanno

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Prolungamento del calendario scolastico: i sindacati non ci stanno.

Tra i punti chiave sul tema scuola illustrati da Mario Draghi, neo Premier incaricato, ai partiti durante le consultazioni quello che più ha lasciato perplessità è il possibile prolungamento del calendario scolastico per recuperare le ore di lezioni perse durante l’anno.
Da parte dei sindacati però, all’unanimità, arriva il secco “no”.

Queste le parole di Marcello Pacifico, Presidente di Anief: “L’unica ipotesi per cambiare il calendario scolastico potrebbe essere giustificata soltanto da una chiusura totale di tutte le attività didattiche, ascoltando comunque le parti sociali e le istituzioni scolastiche. Ma se si pensa di recuperare dei giorni perché si è fatta didattica a distanza si va in errore: la Dad non va sottovalutata, poiché è stata regolarizzata e va considerata alla pari delle lezioni in presenza.
Non si può pensare che si sta scherzando, quando addirittura la legge prevede che tutta l’attività fatta sia oggetto di scrutini finali. A settembre l’anno scolastico era iniziato anche con delle risorse aggiuntive per recuperare gli apprendimenti mancanti durante la prima fase della Dad.
Ogni consiglio di classe valuterà di volta in volta se ci sono degli apprendimenti da recuperare e se ci sarà personale disponibile, con risorse aggiuntive ad hoc. Questo non significa cambiare il calendario scolastico. Se il governo pensa che in futuro, in caso di pandemia, la Dad sia inutile, tanto vale che sospenda tutte le attività e preveda una modifica del calendario”.

Sulla stessa linea Maddalena Gissi, della Cisl Scuola: “Allungare il calendario scolastico significa far credere che con la Dad la scuola ha scherzato. Siamo convinti che c’è bisogno di recuperare per tanti ragazzi che nono sono stati raggiunti dai docenti per motivi tecnici e per diversità di condizione socio-economica. E’ chiaro che per questi casi saranno gli stessi professori ad attivare iniziative di recupero”.

Francesco Sinopoli, Segretario generale della Flc Cgil “il tema del recupero degli apprendimenti esiste e siamo pronti a discuterne, ma la soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice ad una situazione invece complessa e variegata. Ci sono scuole che hanno la necessità del recupero e altre che non ce l’hanno. Aggiungo che l’offerta formativa è stata garantita nel corso dei mesi dalla fatica quotidiana di tutto il personale scolastico”.

Così commenta Rino Di Meglio di Gilda: “Definire tempo perso il lavoro svolto durante questo difficilissimo anno pandemico significa partire con il piede sbagliato. Non dimentichiamoci tra l’altro che non si può fare un discorso generale, dato che la scuola dell’infanzia e la primaria hanno continuato con la didattica in presenza. Da insegnante comunque trovo inutile protrarre le lezioni di un paio di settimane. A parte le difficoltà oggettive che comporterebbe, sia da un punto di vista organizzativo con gli esami di fine ciclo, sia da un punto di vista climatico, con edifici scolastici perlopiù inadeguati, un tale provvedimento si rivelerebbe inefficace rispetto al recupero degli apprendimenti da parte degli alunni. Piuttosto, risulterebbe più opportuno finanziare corsi di recupero individuali per gli studenti rimasti realmente indietro”.

Sull’ipotesi di prolungamento del calendario scolastico si dice perplessa anche Elvira Serafini della Snals: “L’intervento del prof. Draghi mostra di dare per scontato che nulla fino ad oggi sia stato fatto, annullando il lavoro di mesi e comunicando alle famiglie e agli alunni la sensazione che quanto finora costruito insieme sia stata una mera perdita di tempo. Io ritengo che i docenti, con spirito di sacrifico e con tutte le difficoltà del caso, siano riusciti in questi mesi a garantire la preparazione adeguata agli alunni e sono riusciti nell’impresa di non farli sentire soli”.

Più aperto a discuterne invece Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Si può prendere in considerazione tutto, ma bisognerebbe sedersi a un tavolo e valutare tutti i pro i contro. Molti docenti sono impegnati nell’esame di Stato di fine ciclo. Se abbiamo gli esami che si stanno svolgendo da metà giugno, è molto difficile riuscire ad andare a scuola in quel periodo anche per le altre classi. Valutiamo anche il fatto che tutto il personale sta lavorando da settembre, non si è mai fermato anche quando la scuola è stata chiusa. Non dubito della serietà del presidente Draghi, verranno certamente partorite soluzioni accettabili, ma bisogna ragionarne con calma e serietà e lo faremo appena sarà noto il nome del ministro dell’Istruzione”.

 

 

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Fonte: Orizzontescuola

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