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Bianchi: “Liceo di 4 anni, scuola dell’obbligo fino ai 17”

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Liceo di 4 anni e scuola dell’obbligo fino ai 17 anni. Sono queste le due novità del mondo della scuola che vuole introdurre il neo ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.

In attesa di capire come e se la scuola dovrà proseguire (alcuni virologi invocano un nuovo lockdown nazionale e la dad per contenere i contagi dalle varianti covid) l’ex rettore universitario non manca di concentrarsi sul percorso di formazione degli studenti.

Due sono le linee di pensiero: da una parte la necessità di accorciare il percorso dei licei da 5 a 4 anni, come già accade nella maggior parte degli altri Paesi europei, dall’altra parte rafforzare i percorsi professionali che troppo spesso invece di funzionare da trampolini per il mondo del lavoro si trasformano in anticamere della disoccupazione e dell’emarginazione sociale.

La conseguenza di queste due proposte è l’innalzamento dell’obbligo scolastico da 16 a 17 anni.
Un innalzamento che eviterebbe a molti ragazzi di lasciare la scuola dopo due anni senza alcun titolo in mano e che potrebbe accelerare i tempi del loro accesso all’università e al mercato del lavoro. Secondo l’attuale legge infatti l’obbligo scolastico si esaurisce a 16 anni, cioè alla fine del primo biennio delle superiori, ma per poter avere un diploma professionale bisogna aver frequentato un corso di almeno tre anni.

Questa modifica del liceo di 4 anni, già oggetto di sperimentazione, presenta però un problema: la rimodulazione dei piani di studio: è infatti palese che con meno anni a disposizione si dovranno concentrare i programmi scolastici. Già in moltissimi casi risulta difficile per i docenti portare a termine i programmi con l’attuale ripartizione, figuriamoci con questa riforma.
Tutto ciò si tradurrebbe in un taglio di argomenti per quasi tutte le materie.

Tra le ambizioni di Bianchi ci sarebbe inoltre la volontà di creare una passerella, attraverso dei tirocini formativi in azienda della durata di un anno, che consenta a chi ha smesso la scuola dopo tre anni di proseguire anche in un secondo momento gli studi iscrivendosi a un Its, ovvero a un corso triennale post secondario ad alta specializzazione.

Gli Istituiti tecnici specializzati sono stati finora una grande occasione sprecata: da un lato infatti vantano tassi di occupazione altissima perché licenziano profili tecnici richiestissimi dalle aziende, dall’altro però contano solo 15 mila iscritti mentre Bianchi vorrebbe in quattro anni portarli a 150 mila: un progetto – quest’ultimo – che è scritto anche nelle bozze del Recovery messe a punto dal Conte bis prima dell’addio.

 

 

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Fonte: https://www.corriere.it/

 

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