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Didattica a Distanza: Studentessa costretta a bendarsi durante l’interrogazione in un Liceo di Verona

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master in project managementChe la didattica a distanza fosse croce e delizia della scuola ai tempi del Covid non c’era alcun dubbio, ma a far discutere fino a questo momento erano state problematiche di natura tecnica, come l’assenza di connessione, la discontinuità delle lezioni o la difficoltà di alcuni docenti nell’utilizzo dei dispositivi. Vero è che alcuni studenti nel corso dei mesi hanno trovato modi per burlarsi dei professori, ma quello che è avvenuto in un liceo di Verona ha del surreale. La notizia, diffusa dal quotidiano La Repubblica, vede come protagoniste una Professoressa di Tedesco e una studentessa di appena 15 anni, rea di essere troppo preparata per essere vero.
Vero è che, nel corso dei mesi trascorsi in DAD, alcuni studenti hanno elaborato delle “escamotage” per ingannare i docenti durante le interrogazioni:

  1. Post-it attaccati al monitor del PC;
  2. Libri aperti posizionati in modo da non esser ripresi dalla webcam;
  3. Utilizzo di Tablet o altri dispositivi in contemporanea.

Questi sono solo alcuni dei “trucchetti” con cui i docenti hanno dovuto imparare a confrontarsi fino al punto di diventare sospettosi ma, forse, in questo caso la professoressa del Liceo veronese lo è stata oltre ogni limite.
L’alunna interrogata in DaD era troppo preparata, rispondeva ai quesiti senza esitazione e questo ha reso la docente diffidente. È probabilmente a causa di questi dubbi che la professoressa, a un certo punto, ha chiesto alla ragazza di coprirsi gli occhi.
Prenda una sciarpa e si bendi – avrebbe detto la prof – voglio vedere se ha studiato davvero
La ragazza, probabilmente spaventata dalla paura di un voto negativo, ha obbedito ed ha continuato ma, dopo la lezione, ha parlato dell’accaduto e del disagio provato con i rappresentanti di istituto e con la Rete degli studenti veronesi.

Consideriamo che il fatto è avvenuto davanti a tutta la classe e che, nell’era digitale, un contenuto del genere ci mette poco a diventare virale, di conseguenza foto e registrazioni sono finite anche nelle chat dei genitori, la cui indignazione non si è fatta attendere. Ora il video potrebbe arrivare addirittura all’Ufficio Scolastico Regionale di competenza che potrebbe valutare provvedimenti disciplinari.

Spesso abbiamo ribadito che la scuola deve puntare non solo a formare gli studenti, ma anche a proteggerli da fattori umilianti che feriscono sul lato psicologico, come bullismo e cyberbullismo ad esempio, quindi quando queste umiliazioni hanno origine da una scelta di una docente ci si chiede “come siamo giunti a tutto questo?”. Non è nostra intenzione puntare il dito contro la professoressa o gridare allo scandalo, siamo in un periodo storico di transizione forzata tra le vecchie e le nuove metodologie didattiche e per adattarsi al 100% ci vuole tempo. I professori devono, giustamente, trovare un modo per vanificare i “trucchetti dei furbetti” che approfittano della situazione per strappare un voto in più ma le soluzioni non possono essere di questo stampo. Purtroppo non si tratta del primo caso, ad ottobre una vicenda simile si era già verificata in un liceo nel salernitano, possiamo solo augurarci che sia l’ultimo.

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